Le motivazioni
Nel suo dispositivo odierno – ultimo atto di un procedimento snodatosi in numerose udienze, alcune alla presenza dello stesso principe ribelle – il giudice dell'Alta Corte incaricato del caso non entra nel merito delle motivazioni invocate dai legali di Harry. Ma si limita a decretare che la decisione dell'Home Office, il dicastero dell'Interno, «non è stata irrazionale», né viziata da una «manifesta ingiustizia». Il dibattimento su questa vicenda si è svolto in gran parte a porte chiuse, per garantire il riserbo sulle informazioni confidenziali in materia di sicurezza che le parti hanno dovuto illustrare.