Alviero Martini, commissariata l'azienda di alta moda: «Borse e accessori prodotti in Cina da lavoratori sfruttati, in nero e clandestini»

Mercoledì 17 Gennaio 2024, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 13:18

Il metodo Martini

Le aziende appaltatrici dispongono solo nominalmente di adeguata capacità produttiva e possono competere sul mercato solo esternalizzando le commesse a opifici cinesi, i quali riescono ad abbattere a loro volta i costi grazie all'impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento. Tale sistema consente di realizzare una massimizzazione dei profitti inducendo, con il classico sistema "a strozzo" l'opificio cinese che produce effettivamente i manufatti ad abbattere i costi da lavoro (contributivi, assicurativi e imposte dirette) facendo ricorso a manovalanza "in nero" e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonche' non rispettando i Contratti collettivi nazionali del lavoro di settore riguardo retribuzioni della manodopera, orari di lavoro, pause e ferie.

Nel caso di specie, il NIL di Milano a partire da settembre del 2023, ha effettuato accertamenti sulle modalità di produzione, confezionamento e commercializzazione dei capi di alta moda procedendo al controllo dei soggetti affidatari degli appalti nonchè dei sub affidatari non autorizzati costituiti esclusivamente da opifici gestiti da cittadini cinesi nelle province di Milano, Monza e Brianza e Pavia. In particolare, sono stati controllati otto opifici tutti risultati irregolari nei quali sono stati identificati 197 lavoratori di cui 37 occupati in nero e clandestini sul territorio nazionale.

Negli stabilimenti di produzione effettiva e non autorizzata è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in condizione di sfruttamento (pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri ecc.), in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione e informazione ecc.) nonche' ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico. Sono stati deferiti in stato di libertà a vario titolo per caporalato e altro dieci titolari di aziende di diritto o di fatto di origine cinese nonchè 37 persone non in regola con la permanenza e il soggiorno sul territorio nazionale. Infine sono state comminate ammende pari a oltre 153mila euro e sanzioni amministrative pari a 150mila euro e per sei aziende è stata disposta la sospensione dell'attività per gravi violazioni in materia di sicurezza e per utilizzo di lavoro nero.

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