Giornata nazionale dei disturbi alimentari, come individuarli e cosa fare

Giornata nazionale dei disturbi alimentari, come individuarli e cosa fare
Il 15 Marzo è la giornata nazionale dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare. Di questo e di molto altro si discuterà a Perugia, presso la Sala dei Notari, in occasione dell'evento di sensibilizzazione e prevenzione organizzato da Corabea, per affrontare il tema così fortemente diffuso includendo scuole, università, psicologi e nutrizionisti esperti del settore. Tra questi lo psicologo Dr. Lorenzo Montecchiani.

Cosa si intende per “disturbi alimentari”? C’è una componente psicologica?

I Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN), comunemente chiamati disturbi alimentari, rappresentano una vera e propria epidemia sociale del nostro tempo: sono patologie che colpiscono il corpo, ma che abitano e tormentano la mente della persona che si ammala. Si possono presentare in tante forme diverse, come l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, per citare i più conosciuti, ma c’è un aspetto che li accomuna tutti: una forte ossessione per il cibo e per le forme del proprio corpo. Chi soffre di un disturbo alimentare diventa ossessionato dal cibo: dalla sua ricerca per fare grandi abbuffate o dal suo evitamento per paura che provochi un grande aumento di peso; è come se vivesse tutta la giornata con un rumore costante nelle orecchie, con una sorta di ritornello intrusivo che guida le sue azioni e che impone, ad alta voce, quello che deve o non deve mangiare.

Lo stesso vale per il corpo, che diventa una fonte di preoccupazione e di disagio profondo, per cui la persona si sforza di controllarne il peso e le forme, mai abbastanza soddisfacenti. In alcuni casi, specialmente in chi si ammala di Anoressia e di Bulimia, il quadro è aggravato da un fenomeno chiamato dispercezione corporea, per cui la persona vede riflesso nello specchio un corpo deformato, mai abbastanza magro per le ragazze oppure mai abbastanza muscoloso per i ragazzi, che provoca forte disagio. La dispercezione è un’alterazione neurofisiologica; gli scienziati hanno dimostrato che alcune aree cerebrali deputate alla vista non sono più funzionanti, non si accendono più, durante il periodo della malattia. È come se per un certo periodo il cervello diventasse “cieco” per quanto riguarda la percezione del proprio corpo.

Si può quindi intuire che chi si ammala di un DAN non è né una persona viziata che fa i capricci a tavola, né una golosa che per mancanza di forza di volontà non riesce a fermarsi di fronte a cibi gustosi, né tantomeno una che vuole un corpo magro così da poter assomigliare ad una modella. Da una prospettiva psicologica, possiamo guardare al disturbo alimentare come all’unica risposta che persone molto sensibili trovano per far fronte ad una sofferenza interiore che diventa insopportabile da sentire: il disturbo diventa l’unica soluzione che la persona trova per gestire il grande dolore psicologico ed emotivo che la affligge. Questa sofferenza psichica nella maggior parte dei casi nasce da una ferita relazionale all’interno dei legami famigliari o sociali, dove si creano quelle difficoltà che se non riescono ad essere sciolte e sanate con la comunicazione, allora si manifestano attraverso il corpo, che fa da palcoscenico ad un dolore ben più profondo. La malattia allora illude chi ne soffre di essere la cura alla propria sofferenza interiore: questo perché i pensieri ossessivi sul cibo e sul corpo, i rituali giornalieri, l’iperattività, le abbuffate, prendono il posto del dolore relazionale di cui soffriva la persona.

Come individuare i disturbi alimentari?

I disturbi alimentari sono patologie difficili da intercettare, infatti sono definite “egosintoniche”: chi ne soffre non ne è consapevole e non lo reputa un problema, arrivando anche a negare i propri comportamenti.

Anzi, in alcuni casi e soprattutto nei momenti iniziali del disturbo, la persona vive una fase che i clinici chiamano simbolicamente “luna di miele”, in cui chi ne è affetto ha la sensazione di stare meglio, di sentirsi più forte, competente ed energico nello studio o nel lavoro grazie al controllo sul cibo, convincendosi di aver trovato una soluzione alla propria sofferenza. Per questo, è proprio importante che ci sia qualcuno al fianco di chi si ammala di un DAN, un genitore, un partner, un insegnante o un amico ad esempio, che sappia leggere i primi segnali dell’instaurarsi della patologia. Infatti, prima si rintracciano i segnali di un disturbo alimentare, prima ci si rivolge a delle cure specializzate e più crescono le possibilità di guarigione.

Ecco di seguito alcuni comportamenti che potrebbero segnalare la presenza di un DAN: - la persona cambia le sue abitudini alimentari, sia nella quantità di cibo che assume (mangiando in eccesso o in difetto), che nella qualità (ricercando cibi light o dietetici), e diventa molto più attenta al conteggio delle Kcal

  • parla più spesso di cibo, sviluppando un insolito interesse per la cucina, e si pesa più frequentemente - dedica molto più tempo all’attività fisica, che dall’essere un hobby diventa un’ossessione che deve portare a termine quotidianamente
  • tende ad evitare le situazioni conviviali con la famiglia o gli amici, ritirandosi in casa
  • va spesso in bagno dopo i pasti
  • chiede spesso rassicurazioni rispetto al proprio aspetto fisico e al proprio peso. A volte un ulteriore campanello d’allarme può essere rappresentato da una variazione considerevole di peso in un ristretto lasso di tempo, anche se molte persone possono mantenere un peso costante ed essere normopeso pur essendo già profondamente ossessionati dal cibo e dal corpo. Così, prima ancora che si verifichi un cambiamento fisico, un segnale fondamentale da intercettare consiste in un grande cambiamento psicologico e di carattere della persona;
  • dall’essere solare e socievole, può diventare introversa, scontrosa e meno interessata a frequentare le persone
  • diventa più irascibile, manifestando reazioni di rabbia e aggressività
  • pur accusando molta stanchezza, non riesce a riposarsi o a dormire come prima
  • può presentare forti sbalzi d’umore accompagnati da frequenti crisi di pianto
  • potrebbe riportare comportamenti autolesivi, come graffi, ferite o escoriazioni.

Corabea è la prima app in Italia sui Disturbi Alimentari. La mission della piattaforma è quella di garantire alle persone che soffrono di DCA un accesso immediato alle cure attraverso un equipe di esperti specializzati nel trattamento dei DCA (psicologi e nutrizionisti).


Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Febbraio 2024, 15:16
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