Pandemia, quattro giorni decisivi poi comincerà la discesa dei contagi
Gattinoni: «Il problema è l'ipossemia»
«Mentre la polmonite colpisce gli alveoli - spiega Gattinoni alla "Stampa" - questa polmonite virale interstiziale tende a interferire sulla parte vascolare. Così i vasi sanguigni del polmone perdono potenza e causano l'ipossiemia, cioè la carenza di ossigeno nel sangue. Se viene l'ipossiemia il cervello compensa aumentando la respirazione, per questo i malati arrivano in ospedale apparentemente in forma. In realtà, si ha già una saturazione bassa dell'ossigeno nel sangue. Per aumentare il respiro si fa più pressione,il polmone si infiamma e il plasma filtra nell'interstizio.Un meccanismo che si interrompe solo con un'intubazione di 10-15giorni».Coronavirus, test rapidi al laboratorio dell'ospedale di Pescara
Il nodo terapia intensiva. Gattinoni evidenzia quindi che se non c'è posto in terapia intensiva «Bisogna trovarlo perché casco e pronazione,lo dico io che l'ho ideata, sono palliativi. Intubando si permette al paziente di mantenersi dormiente finché le difese immunitarie vincono il virus. Al momento è l'unica cura. Non a caso muoiono di più quelli fuori dalla terapia intensiva che dentro».
Dunque l'intubazione è sempre necessaria?
«Per stabilirlo andrebbe misurata la negatività della pressione con un catetere esofageo, ma ora negli ospedali non c'è tempo e si decide come in guerra: chi ha fame d'aria e fa rientrare le costole per respirare va intubato». Quanto alle scelte legate all'età, Gattinoni precisa: «Chi dice il contrario mente,ma è naturale con poco tempo e molto afflusso. Si valuta la probabilità che un paziente anziano possa sopravvivere a due settimane di intubazione. Ho sempre insegnato a provare per tutti un trattamento intensivo per 24ore, ma ora non si riesce». Quanto infine, alle cure farmacologiche conclude «Al momento non ce ne sono di efficaci».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Marzo 2020, 15:10
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