«L'anticorpo monoclonale non funziona nei malati gravi», e la multinazionale Eli Lilly sospende la somministrazione di bamlanivimab ai pazienti ricoverati in ospedale. È «improbabile» che l'anticorpo bamlanivimab possa produrre «un valore clinico aggiunto» nei malati ricoverati per Covid-19 in «stadio avanzato» di patologia, così la multinazionale americana Eli Lilly ha annunciato i risultati negativi ottenuti dal farmaco sperimentale nello studio Activ-3 condotto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), parte dei National Institutes of Health (Nih) statunitensi e diretto dall'immunologo consulente della Casa Bianca Anthony Fauci.
Stop al trattamento in ospedale
In una nota la compagnia ha comunicato che, sulla base di un insieme di dati rivisti in data 26 ottobre, «nessun altro paziente Covid riceverà bamlanivimab nel contesto ospedaliero». Si interrompe quindi il trial Activ-3, mentre proseguono gli altri studi in corso sul trattamento.
Diagnosi precoce
«Sebbene non ci siano prove sufficienti che bamlanivimab migliori gli esiti clinici quando aggiunto ad altri trattamenti in pazienti ospedalizzati con Covid-19», sulla base dei dati di un altro studio (Blaze-1) l'azienda precisa di restare comunque «fiduciosa che la monoterapia con bamlanivimab possa prevenire la progressione della malattia nei pazienti diagnosticati precocemente».
Covid, risarcimenti doppi per chi ha chiuso e graduali per gli altri
Aiuti raddoppiati per i settori che hanno subito chiusure totali, confermati o incrementati per gli altri. Il decreto di sostegno all'economia, pensato per accompagnare le nuove restrizioni imposte con l' ultimo Dpcm , dovrà aspettare almeno la giornata di oggi per essere approvato in Consiglio dei ministri: il governo intende confrontarsi nelle prossime ore con le categorie interessate.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Febbraio 2023, 14:49
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