La pista dei soldi e dei debiti. Ma non solo: le indagini sull’omicidio dello chef Costa portano anche al giro dello spaccio di stupefacenti tra il Casertano e il Sudamerica. Gli investigatori della Squadra Mobile stanno facendo un salto indietro per chiudere il cerchio delle indagini sul delitto di venerdì sera all’Esquilino in cui Emanuele Costanza, 41anni, è stato freddato con due colpi di pistola dall’ex socio in affari, Fabio Giaccio, 43enne napoletano. È stato proprio il killer, che si è costituito subito dopo l’agguato e ora accusato di omicidio volontario, a indicare la pista dei soldi da seguire per ricostruire il movente del delitto. Restano tuttavia molti punti ancora da chiarire.
Il sospetto degli inquirenti è che ad armare la mano di Giaccio davanti l’Osteria degli Artisti non siano stati debiti maturati dalla vittima con cui era in affari dal 2019. Le tre attività dello chef Costa - una barberia, un centro estetico e il ristorante di via Germano Sommeiller - erano state infatti finanziate in parte da Giaccio. L’incontro di venerdì sera, un appuntamento-trappola, sarebbe stato fissato tra i due proprio per chiudere i conti rimasti aperti tra gli ex soci dopo che le due attività erano naufragate sommerse dai debiti. Ma la strada che stanno seguendo gli inquirenti porta però anche al giro della droga nel Casertano in cui Giaccio era finito già nel 2010 con l’accusa di spaccio.
GLI AFFARI CON I SUDAMERICANI
I poliziotti stanno ricostruendo la fitta rete di conoscenze che condividevano Giaccio e Costanza. Nello specifico, il gruppo di sudamericani che negli ultimi mesi, e sempre più spesso, sono stati notati in via Sommeiller. Dunque nel quadro in cui è maturato il delitto dello chef Costa le indagini si stanno allargando anche alla pista dello spaccio di stupefacenti da cui forse il killer non era mai uscito del tutto. Mantenendo anzi rapporti con la piazza casertana anche quando, nel 2019, aveva deciso di trasferirsi. «Non poteva più tornare a casa. Si era fatto terra bruciata lì ecco perché era arrivato a Roma» avrebbero riferito le prime persone convocate dagli uomini della Squadra Mobile.
I DUBBI
Mentre proseguono le ricerche sulla pistola dell’ex imprenditore che, con i precedenti per droga a suo carico, non poteva detenere un’arma regolarmente registrata.
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Marzo 2023, 22:43
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