Nella conferenza stampa la delibera è stata definita «palesemente incostituzionale», dato che per la prima volta si interviene retroattivamente sulla materia previdenziale. I membri dell'Ufficio di Presidenza sono «consapevoli» del fatto che la delibera sia incostituzionale, ha spiegato Falomi, visto che ciò è stato rilevato dai pareri dei competenti uffici di Camera e Senato, rispettivamente il 26 e il 27 maggio. Pareri, ha detto Falomi, che sono stati tenuti nascosti:«la trasparenza e lo streaming - ha ironizzato Falomi - valgono per prendere qualche voto in più, ma una volta preso il potere cala la saracinesca». E la consapevolezza della non costituzionalità è dimostrata anche dalla scelta di ricorrere a una delibera dell'Ufficio di Presidenza e non ad una legge, rispetto alla quale si può ricorrere davanti alla Corte Costituzionale, cosa impossibile per la delibera in base al principio dell'autodichia, cioè la giurisdizione interna della Camera. Falomi e Gargani hanno quindi annunciato il ricorso non solo agli organi interni, ma anche al tribunale civile e al Tar.
«L'ufficio di presidenza - ha spiegato Gargani - in questo atti agisce come organismo amministrativo e non politico e quindi le sue delibere possono essere ricorse con azioni civili e amministrative».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Giugno 2018, 20:48
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