Siri, depositata l'intercettazione. Conte: «Se riterrò che deve lasciare non ci saranno alternative»

Siri, depositata l'intercettazione. Conte: «Se riterrò che deve lasciare non ci saranno alternative»
Chiuso il giallo sull'intercettazione del caso Siri, in cui Paolo Arata parla di 30mila euro che avrebbe dato al sottosegretario alle Infrastrutture indagato per corruzione. Una informativa della Dia in cui sarebbe riportata anche l'intercettazione ambientale è stata depositata oggi dai pm di Roma al tribunale del Riesame, in base a quanto si apprende da fonti giudiziarie. L'atto, come affermato dall'avvocato Gaetano Scalise, difensore dell'imprenditore Paolo Arata, non è ancora nella disponibilità delle parti.


IL PREMIER CONTE Ha i poteri di togliere la carica di sottosegretario ad Armando Siri? «C'è un aspetto molto importante: se mi dovessi convincere di questa soluzione non ci saranno alternative. Ho il potere? Lo vedremo, a tempo debito». Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Pechino. E ancora: «La posizione nella mia mente è molto chiara, non c'è nessun condizionamento che mi possa turbare o dar pensiero».


Sul fronte meramente politico il caso continua ad essere terreno di scontro tra Salvini e Di Maio, con il primo che difende a spada tratta il compagno di partito sotto inchiesta e l'altro che ne chiede le dimissioni. Sarà il premier Conte a dover incontrare Siri e decidere il da farsi. «Il presidente del Consiglio - dice Salvini - è libero di incontrare chi vuole.
Io con Siri ho parlato, mi ha detto di essere tranquillo e tanto mi basta. Per me deve restare al suo posto». Quanto all'imprenditore Arata, il vicepremier leghista dice di averlo «incontrato soltanto una volta
».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Aprile 2019, 17:35
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