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Elezioni, è fuga dai seggi: appelli social per scrutatori e presidenti
La prospettiva di passare due giorni con guanti e mascherina a contatto - seppur distanziato - con centinaia di persone non sembra avere molto appeal tra gli italiani. Succede così che - alla vigilia del voto - è in atto una vera e propria fuga dai seggi da parte di presidenti e scrutatori designati. E diversi Comuni, da Milano a Roma a Genova, sono stati costretti ad appelli sui social per coprire i 'buchì registrati. Mentre sono soltanto 1.820 le persone in quarantena che hanno chiesto di avvalersi del voto domiciliare, a fronte delle quasi 40mila che si trovano in condizioni di isolamento per il Coronavirus. Tra i 1.820 anche Silvio Berlusconi, che voterà dalla sua residenza ad Arcore, dopo esser stato dimesso dal San Raffaele.
Che non sia una tornata elettorale come le altre lo indica il kit che viene consegnato a scrutatori, segretari e presidenti dei seggi: ci sono mascherine, gel igienizzante per le mani e guanti. Oltre alla paura del Covid può aver pesato anche il fatto che gli addetti ai seggi dovranno indossare la mascherina per diverse ore di seguito. Inoltre, nonostante il maggiore impegno richiesto per garantire un voto in sicurezza, non sono state previste maggiorazioni rispetto alla retribuzione (224 euro per i presidenti di seggio, 170 euro per scrutatori e segretari). A Milano si vota solo per il Referendum e sono state un centinaio le rinunce 'last minutè di presidenti di seggio. Il Comune ha quindi deciso di lanciare un appello ai cittadini via social per chiedere loro di mettersi a disposizione. E la risposta è stata positiva; c'è stata infatti «grande partecipazione civica» e tutti i seggi sono stati costituiti con 178 sostituzioni di presidenti e la sostituzione definitiva di 1.620 scrutatori. A Roma circa un quinto dei presidenti di seggio è stato surrogato dal Comune per rinuncia della persona già designata: al momento su 2.600 seggi le surroghe sono infatti a quota 530. In caso di rinuncia da parte del presidente, spetta al Comune trovare un sostituto: allo scopo ci sono delle liste di dipendenti comunali e studenti universitari, tutti volontari, da cui il Campidoglio può pescare i 'supplentì.
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