Delitto di Monterotondo, i giudici: «Uccise il padre per legittima difesa»

Emilio Orlando
Ha agito per legittima difesa. Deborah Sciacquatori ora è libera. La procura di Tivoli che l'ha indagata ha derubricato l'accusa nei suoi confronti in quella più lieve di eccesso colposo di legittima difesa. Deborah si è difesa dalla furia del padre Lorenzo, che domenica mattina all'alba era rientrato a casa ubriaco e l'aveva aggredita insieme alla nonna e alla madre. «Sono un mostro». Ha esordito così la diciannovenne di Monterotondo Scalo appena ha saputo che aveva ucciso il padre, ex pugile, alcolista e tossicodipendente. Deborah aveva con sé uno dei sette coltelli a farfalla che custodiva gelosamente in uno scrigno. E l'arma da taglio è stata provvidenziale: le ha salvato la vita. Se non avesse reagito all'ira del padre, sotto effetto della cocaina, forse la vicenda si sarebbe trasformata in un femminicidio. «Vivevamo in un incubo continuo ha aggiunto Deborah nella sua deposizione davanti al procuratore e ai carabinieri - Ogni notte temevamo che ci uccidesse nel sonno».
Nel quartiere popolare dello Scalo, la ragazza è conosciuta da tutti come una persona irreprensibile, onesta e sempre pronta ad aiutare il prossimo. «Quando eravamo piccole racconta una sua amica che preferisce rimanere anonima Deborah mi veniva indicata come esempio da seguire. Calma, pacata, riflessiva. I problemi che aveva in casa li ha sempre tenuti per sé».
Da oggi Deborah dovrà tornare alla normalità. Non sarà facile superare il trauma che l'uccisione del padre le ha provocato, ma amici e parenti le sono a fianco. «È una ragazza studiosa che ha ottenuto ottimi risultati a scuola sottolinea Giuliana Vazza preside dell'istituto San Martino. Quest'anno dovrà sostenere gli esami di maturità, le saremo tutti vicini».
Il padre di Deborah nel corso degli anni era diventato sempre più pericoloso e violento. Venerdì scorso aveva pestato a sangue un clochard di Monterotondo che aveva insistito a chiedergli del denaro. Nel 2014 era stato denunciato per maltrattamenti in famiglia. Bivaccava nel bar e davanti alle sale giochi, sempre in cerca di nuovi contanti. I vizi della droga e dell'alcol avevano segnato in profondità la sua vita: ormai era fuori controllo. I residenti di via Aldo Moro, intimoriti dal suo comportamento, erano rimasti a tacere, di fronte alla sua escalation violenta. Fino all'ultimo, tragico episodio, che ha portato alla morte di Lorenzo Sciacquatori.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Maggio 2019, 05:01
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