Auguri Leggo, quindici anni di notizie impagabili

Auguri Leggo, quindici anni di notizie impagabili

di Alvaro Moretti
Dirigere un giornale è un privilegio e una grande responsabilità: hai per le mani una cosa viva che tutti i giorni - ogni minuto col web e i social - alimenti, sostieni, educhi e accarezzi come un figlio. Una cosa viva, appunto. Ci sono anche – come capita coi figli – i giorni di festa: questo è un giorno di festa tonda per Leggo. 15 anni: il 5 marzo del 2001 il primo numero che ritrovate qui con alcune prime pagine storiche. Di quel giorno e quella notte sento parlare da quando sono arrivato in questa bella, sana e forte redazione.

Sento parlare della trasmissione in tipografia che non ne voleva sapere – come sospira ancora, con un sorriso il nostro editore, Azzurra Caltagirone – di partorire una singola pagina con l'inchiostro nero; del titolo dedicato ad una doppietta di Montella, allora giocatore della Roma che avrebbe vinto lo scudetto di lì a poco con Capello; degli uffici in via Barberini e di certe pause pranzo trascorse giocando a pallone nei lunghi corridoi sgombri dei primi giorni.
Qui a Leggo in molti hanno vissuto quel primo giorno, abbiamo chiesto al direttore di allora, Giuseppe Rossi, di raccontare il thrilling del primo numero e di un'alba attesa come la fine di un travaglio. Eppoi a Giancarlo Laurenzi che mi ha lasciato il testimone nel settembre 2012 abbiamo chiesto di raccontare come Leggo è divenuto la Social Press che è oggi: il passaggio ad un giornale gratuito, ma che ambisce per i suoi lettori ad essere impagabile.

Quindici anni non sono pochi per chi ha scritto la storia della free press in Italia; non sono tanti per chi ha scelto, come abbiamo fatto in questi anni più recenti, di parlare tre lingue: evolvere la carta stampata verso un giornale cartaceo (scaricabile da sito e app, ovviamente) che consegnasse ai nostri affezionati lettori pagine di approfondimento leggero (25 minuti di buona lettura nei metrò e sulle strade di Milano e Roma); un sito web per il qui-e-ora, un minuto per minuto richiamato dalla stessa testata di Leggo con quel QR code che con un click dello smartphone ti catapulta dentro leggo.it; eppoi la terza e sempre più importante anima, i social network ed in particolare Facebook, che ispirano (ecco il cerchio che si chiude) anche i tempi del giornale di carta stampata. 24 ore di lavoro di un giornale che ne contiene tre.
Quindici anni dopo l'ansia di aver sbagliato un titolo o un post del nostro figlio Leggo – The Social Press è la stessa, la gioia di saperci letti e condivisi come nessun altro, però, ti fa scordare il dolore delle doglie del parto quotidiano. 

riproduzione riservata ®
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Marzo 2016, 07:48