Sanità malata, liste d'attesa sempre più lunghe: i pazienti costretti a visite ed esami in privato

Sanità malata, liste d'attesa sempre più lunghe: i pazienti costretti a visite ed esami in privato

di Lorena Loiacono
Liste di attesa infinite per un appuntamento e il paziente è costretto a pagare una visita privata. Sempre se può permettersela, altrimenti esce dal percorso di cura. Non accenna a guarire il servizio sanitario regionale che, secondo le rilevazioni di Cittadinanzattiva del Lazio, presenta ancora troppi problemi.
TEMPI BIBLICI Con un sondaggio infatti, concentrato soprattutto nell’area di Roma e provincia, l’associazione ha rilevato che il 36,4% dei pazienti segnala difficoltà a prenotare prestazioni sanitarie e il 17,2% denuncia anche il mancato rispetto dei codici di priorità previste, vale a dire i codici U, B, D e P che indicano anche la necessità di fare visite a breve giro: urgente da fare entro 3 giorni, breve entro 10 giorni, differibile entro 30 giorni e programmata entro 120 giorni. 
DISSERVIZI Tra le segnalazioni più frequenti ci sono anche i tempi di attesa troppo lunghi al Cup, per parlare con un operatore, e la presenza di medici che non prenotano o non prescrivono i controlli successivi per snellire le procedurae.
CARO DOTTORE Senza una visita con il ticket, si è costretti a pagare. Il 40,9% degli intervistati ha avuto un appuntamento nel pubblico ma il 20,4% ha dovuto invece prenderlo in intramoenia, vale a dire in una struttura pubblica ma a pagamento. Di questi l’83,8% ha scelto l’intramoenia perché non aveva garanzia che nel pubblico avrebbe fatto in tempo e il 10,8% racconta di essere stato dirottato dal Cup a causa dei tempi lunghi nel pubblico.
PAZIENTI IN VIAGGIO Si rivolge invece all’extramoenia, quindi al medico di una struttura pubblica che dopo l’orario di lavoro visita in un’altra sede ma privata, il 6,5% degli intervistati e il 4,3% addirittura è stato costretto ad andare fuori regione per trovare un appuntamento con il servizio sanitario. LISTE NEL CAOS «Le liste di attesa sono un problema fondamentalmente di organizzazione del servizio - ha spiegato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio - dove tutti i diversi attori, dal medico di base allo specialista, dal Recup alle direzioni aziendali, devono organizzare la filiera di accesso in modo lineare. La Regione deve imporre alle Asl e alle aziende ospedaliere pubbliche l’inserimento del 100% delle agende nel sistema Recup entro 3 mesi».
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Ottobre 2023, 14:33
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