La divisa dei vigili del fuoco, che ha indossato per 40 anni, sembra gli sia stata cucita addosso.
Guido Pucci, il pompiere capo turno provinciale tra i più presenti a Roma nella macchina dei soccorsi, è andato in pensione e lo ha fatto ieri con un brindisi insieme ai colleghi, con le lacrime agli occhi e l’emozione, inevitabile. «Questo non è un lavoro, è un mestiere. Ci vuole passione, serve il coraggio ma anche la paura: non credete a chi dice di non averne, sarebbe un pazzo scatenato. La paura tante volte ti salva, ti fa ragionare». Ha esperienza da vendere, Guido, e negli anni l’ha trasmessa ai colleghi piu giovani come un padre di famiglia.
È intervenuto sulle rovine dei paesi umbri e marchigiani distrutti dal terremoto il 26 settembre 1997, nel fango dell’alluvione di Sarno il 5 maggio 1998, a L’Aquila per il terremoto del 6 aprile 2009, in Emilia Romagna il 20 maggio 2012 e per l’alluvione di Montalto di Castro del 12 novembre 2012.
Atletico, sempre in allenamento (pratica dal pugilato al nuoto) e con un’antica passione per il ballo. «Ho iniziato a 19 anni, nell’81. E ricomincerei tutto daccapo. Sono sempre andato in servizio con il sorriso, dal primo giorno fino al 31 ottobre scorso».
Sempre con il sorriso ma, a difenderlo, c’era anche una corazza: «Per forza, quando fai il vigile del fuoco vedi la vita quanto può essere difficile.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Novembre 2022, 21:16
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