La droga cambia piazza: dopo il blitz contro i Casamonica, la "Mala" si sposta

La droga cambia piazza: dopo il blitz contro i Casamonica, la "Mala" si sposta

di Emilio Orlando
Dalla Romanina al Quadraro, dal Tuscolano a San Lorenzo, da Campo de' Fiori, a Tor Bella Monaca passando per San Basilio fino alle torri del Laurentino 38. Cambiano gli uomini ma i luoghi di spaccio rimangono. Una sola piazza della droga frutta alla singola famiglia Casamonica più di tremila euro al giorno. Basti pensare come gli Spada a Ostia, incassano da una sola zona di spaccio più di trentacinquemila euro a settimana.



I grossi carichi sono gestiti dalla Camorra e dalla Ndrangheta e la manovalanza impiegata per strada a vendere le dosi al minuto è composta spesso da cittadini africani, nordafricani, romeni ed albanesi. Un giro d'affari che, secondo le procure antimafia che svolgono quotidianamente attività di coordinamento delle indagini tra forze dell'ordine, raggiunge diversi milioni di euro. L'enorme numero di tossicodipendenti che affollano le ventitré piazze di spaccio capitoline porta mensilmente nelle tasche dei boss circa quattro milioni di euro. Cinquanta all'anno. Questi traffici di ogni tipo di droga, cocaina per la maggior parte, ha trovato la compiacenze di gruppi criminali stanziali dei vari quartieri divenuti ormai supermarket degli stupefacenti.

Una vera e propria filiera del malaffare dove ciascun sodale viene retribuito per la sua funzione su piazza. Vedetta e retta (l'incensurato che detiene in casa i grossi quantitativi di sostanza) arrivano a guadagnare 500 euro a settimana, con le spese legali pagate dai boss in caso di arresto. A Tor Bella Monaca - in via Giacinto Camassei - una parallela di via dell'Archeologia, durante il giorno c'è un via vai continuo di macchine e motorini con a bordo persone in cerca di una dose. Le vedette ed i capi piazza indirizzano gli acquirenti verso i pusher che da dentro gli androni condominiali porgono la dose al cliente.

Al Tufello, il clan Primavera, come è emerso dalla recente operazione antidroga del commissariato Fidene e della sezione narcotici della squadra mobile della questura di Roma, gestiva militarmente la piazza di spaccio, con vedette armate che impedivano addirittura l'accesso della polizia per i controlli. La pericolosità delle piazze di spaccio è data anche dalla loro impermeabilità alle indagini giudiziarie che cercano da anni di ricostruire i rapporti complessi che legano tra loro i clan operanti nei vari quartieri, le complicità ed i medesimi canali di acquisto della droga. Alcune esecuzioni avvenute in passato per il controllo delle piazze di spaccio, ed ancora irrisolte, sono legate tra loro.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Novembre 2018, 08:58
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