“Jack Lametta”, il maniaco seriale del Tuscolano che sfregiò otto donne: non ha mai avuto un nome

“Jack Lametta”, il maniaco seriale del Tuscolano che sfregiò otto donne: non ha mai avuto un nome

di Emilio Orlando
Uno dei casi giudiziari romani mai risolti che hanno lasciato l'amaro in bocca agli investigatori è quello del leggendario “Jack Lametta”, lo sfregiatore seriale di volti femminili che terrorizzò per anni i quartieri capitolini di Don Bosco, Cinecittà, Appio e Tuscolano.

L' incubo di Roma, che per otto volte si è risvegliata con una donna con il volto sfregiago da uno sconosciuto che l' aveva avvicinata con la scusa di chiedere un' informazione, ebbe il suo apice il primo giugno del 1983. Mentre al centro della Città Eterna, investigatori e procura indagavano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, le due ragazze svanite nel nulla a quaranta giorni di distanza una dall' altra, al Tuscolano la polizia ed i carabinieri erano alle prese con una caccia all'uomo per fermare il maniaco che con un rasoio da barbiere sfigurava in maniera permanente procurando tagli profondi sul viso le vittime che sceglieva forse in modo casuale. (nelle foto in basso Simonetta Ricci, e Chiara Vidella due delle vittime di “Jack Lametta”).


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L'opinione pubblica in quei giorni era concentrata oltre che sulle ragazze scomparse in circostanze misteriose, anche sull'arresto del presentatore televisivo Enzo Tortora accusato, ingiustamente e poi assolto definitivamente, da alcuni pentiti di fare parte della Camorra. Il maniaco del tuscolano agiva in pieno giorno su strade molto frequentate, sprezzante delle forze dell' ordine che lo cercavano con l' identikit alla mano. Un ragazzo di età compresa tra i venticinque ed i trent'anni, con capelli castani abbastanza alto tanto da sfliorare il metro e ottanta. Ecco cosa avevano impresso i disegnatori della polizia scientifica della questura di Roma in quel documento, alla voce fatteze fisiche classificato come grafico di persona da identificare. Vestiva con abbigliamento casual, una camicia azzurra chiara con delle bordature dello stesso colore.


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La vittima numero uno di “Jack Lametta” venne ferita proprio il primo giugno nel quartiere Don Bosco. La tremenda sensazione di sentire il sangue che gorgogliava dallo sfregio del rasoio sulla guancia destra tocco per prima alla sessantasettenne Santa Di Cascio che stava andando a fare spesa al mercato. «Ho visto un giovane che mi superava e scappava via di corsa. Solo dopo qualche secondo mi sono sentita il viso umido - denuncerà poco dopo la signora alla polizia. Mi sono accarezzata e ho guardato la mano sporca di sangue». Quello stesso giorno, a poche ore di distanza, sempre nello stesso quartiere, Giuseppe Paglia di tre anni più grande della prima vittima venne soccorso da un' autoambulanza i cui sanitari a bordo gli medicarono un taglio profondo sul viso che uno sconosciuto gli procurò mentre il settantenne entrava in chiesa. ( In foto l' identikit della polizia che raffigura “Jack Lametta”).


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Il terzo sfregio, “Jack Lametta” lo fece il giorno seguente in via Anicio Gallo vicino al parco degli Acquedotti, alla settaduenne Adelaide Latini, per poi colpire di nuovo a qualche chilometro di distanza, vicino il quartiere San Giovanni, dove ferì in via del Casale Monferrato il quesi ottantenne Enrico Appio. Le ricerche del maniaco impegnavano giorno e notte polizia, carabinieri e vigili urbani. I tabaccai ed i negozi di casalinghi “fotografano” tutti i loro clienti che chiedevano rasoi e lamette. A quelli che avevano facce poco raccomandabili i negoziati preferivano dire che li avevano terminati. Centinaia furono le chiamate ai centralini d' emergenza. le chiamate che segnalavano tipi sospetti somiglianti alle descrizioni del maniaco. L' incubo sembrava finito quando il 7 giugno un giovane dall' aspetto dozzinale, si avvicinò ad Adelaide Bisogneri, una vedova settantottenne che stava andando al mercato. Da quel momento il poi “Jack” cambia la tipologia delle sue vittime e  anche zona del crimine dove colpire. 

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Non più anziane signore, ma ragazze giovani e graziose con un bel viso. Maria Grazia Gasperini, allora poco più che ventenne, Maria Gasparri di 24 anni, la ventiduenne Simonetta Ricci, e Chiara Vidella di 30 anni furono le ultime prede del maniaco. La Ricci che abitava a Tor Pignattara, in via Bartolino Da Novara venne sfigurata nei paraggi. Proprio a Tor Pignattara, quando il maniaco ferì Simonetta Ricci, un gruppo di abitati che avevano organizzato le ronde per dare la caccia allo sfregiatore seriale, in via dell' Acqua Bullicante linciarono Segio Di Modica, un pregiudicato di vent' anni che aveva appena rapinato un negozio con un taglierino in mano. Venne scambiato per erroneamente per  “Jack Lametta” e linciato da un centinaio di persone inferocite. Dopo quell' episodio lo psicopatico non fece più nessuna vittima. La vicenda rimane ancora oggi avvolta tra mistero, giallo, dramma e leggenda. 
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 18:33
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