Emanuela e Mirella, due scomparse, una sola pista. Lunedì i primi risultati del Dna

Emanuela e Mirella due scomparse, una sola pista. Lunedì i primi risultati del Dna

di Emilio Orlando
Ore frenetiche e concitate negli uffici della sezione omicidi della squadra mobile di Roma e in Procura a piazzale Clodio per far luce sul macabro ritrovamento di ossa umane nell'area di via Pò sede del complesso di proprietà della Santa Sede che ospita la Nunziatura Apostolica. Le ossa sarebbero state scoperte a metà del mese di ottobre. Già lunedì prossimo, dai resti umani ritrovati nel pavimento seminterrato della  depandance del custode, verranno estratti i campioni di Dna che verranno confrontati con quelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Un' analogia inquietante con le modalità con cui vennero ritrovati a distanza di anni i resti della giovane Elisa Claps nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza.
 
 


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Momenti di trepidante attesa per i famigliari delle due ragazze scomparse, a distanza di quaranta giorni l'una dall'altra nel 1983, che la prossima settimana potrebbero giungere alla tanto sospirata ed attesa verità sulle due misteriose vicende, costellate e caratterizzate da depistaggi, reticenze, gravi lacune investigative e mitomani che nel corso degli anni hanno speculato su queste due ragazze unite da un drammatico destino inspiegabile. Secondo Pietro Orlandi fratello di Emanuela,  già il fatto che qualcuno abbia ipotizzato a tutta prima che quelle parti di scheletri potrebero appartenere alla sorella ed a Mirella è un importate passo in avanti verso la giustizia.« Vorrei capire perché si è pensato subito a Mirella ed Emanuela. Quel muro di omertà e di volontà di coprire i fatti cumunque sta cadendo - ha esclamato Pietro Orlandi. Se gli esami genetici confermeranno definitivamente i sospetti, bisognerà passare allo step successivo. Trovare i responsabili - ha concluso». Quel manufatto dove si trovavano i resti era stato costruito proprio nel 1983.

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Di particolare interesse investigativo è Villa Giorgina, luogo della scoperta. Infatti sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori ci sono gli atti acquisiti presso l'amministrazione del patrimoni della Santa Sede, le planimetrie ed i progetti di modifiche strutturali effettuate nel corso del tempo dal 1960 ad oggi. L'elenco delle ditte che hanno effettuato le ristrutturazioni come anche i cronoprogrammi delle  modalità e dei tipi di intervento con data di inizio e fine lavori, sono sul tavolo di Luigi Silipo, dirigente della omicidi della questura di Roma, e su quello del procuratore capo Giuseppe Pignatone. Proprio dal luogo dove erano state murate le ossa si sono concentrate le indagini. Infatti, oltre all'ipotesi che possano appartenere alla Orlandi ed alla Gregori, si fa largo in queste ore quella che riguarda la misteriosa sparizione della moglie di un custode degli anni Sessanta. La signora dal fisico esile e minuto, che abitava quella depandance con il marito e che svolgeva all'interno di villa Giorgina le mansioni di custode, scomparve nel nulla. Tra i due coniugi, secondo alcuni testimoni dell' epoca, c'erano frequenti litigi. All'improvviso la donna scomparve. Di fondamentale importanza, secondo gli inquirenti, la testimonianza di Anna Mascia, responsabile della portineria di villa Giorgina dal 2003 fino agli inizi del 2018. 
Un'altra ipotesi potrebbe essere quella, raccontata su alcuni siti internet da un prelato anonimo del Vaticano che sostiene che «continuando a scavare è probabile che si possano trovare altri frammenti ossei perchè sotto la sede della Nunziatura in Italia c'era un cimitero».

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Ma ad ulteriore conferma che tra la scomparsa di Emanuela Orlandi ed alcuni appartenenti della banda della Magliana potrebbe esserci un legame, giunge da alcuni atti d'indagine risalenti agli anni Ottanta. I rapporti informativi redatti da polizia e carabinieri, dove venivano censiti i pregiudicati residenti nei quartieri romani, ci dicono che al civico 25 di via Po  e sullo stesso marciapiede dove c'è villa Giorgina vi abitò, tra il 1983 e il 1985, Giuseppe Scimone. Quest' ultimo morto qualche anno fa era  in contatto con la “Bandaccia” e molto legato a Enrico alias “Renatino” De Pedis, circostanza già evidenziata a suo tempo da Sabrina Minardi.  Proprio su indicazione della collaboratrice di giustizia, nel luglio del 2008 la polizia ispezionò alcuni sotterranei di un palazzo nel quartiere romano di Monteverde vicino al San Camillo, che secondo la Minardi - ex amante di De Pedis - ospitava la prigione in cui venne tenuta segregata Emanuela. La scientifica, insieme agli uomini della  mobile, ispezionò anche i sotterranei dell' abitazione appartenuta a Daniela Mobili, la donna di Danilo Abbruciati, uno dei boss della banda della Magliana, oltre che i cunicoli che si trovano sotto la scuola materna ed elementare di piazza Ravizza.


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Vennero impiegate  strumentazioni elettroniche molto sofisticate, georadar, cani molecolari per fiutare tracce di ossa e reagenti chimici, ma le indagini non portarono a nulla di concreto. Nel corso degli anni, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha diramato numerosi appelli, non ultimo quello rivolto a Papa Francesco ed al procuratore capo di Roma, affinchè venisse fuori la verità sulla sorella. Nel 2009 la Minardi venne convocata a piazzale Clodio per essere ascoltata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto procurato Simona Maisto. Agli inquirenti raccontò con dovizia di particolari come sarebbe morta Emanuela. Secondo la superteste la Orlandi sarebbe stata uccisa qualche mese dopo il sequestro e il cadavere, gettato in un sacco assieme a un altro corpo in una betoniera. La Minardi disse anche di non aver visto il corpo della Orlandi. Lo apprese solo da De Pedis, che lei accompagnò  in un cantiere a Torvajanica, sul litorale romano. Con Renatino - secondo la Minardi - c'era un altro uomo che però non venne mai identificato dalle indagini svolte negli anni.  Una curiosità emerge anche dagli annali della cronaca nera romana. A poca distanza, in via Tagliamento abitava la vittima di un altro delitto irrisolto; Wilma Montesi ritrovata cadavere su una spiaggia del litorale la mattina della vigilia di Pasqua del 1953.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Novembre 2018, 09:02
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