Mostro di Firenze, un caso aperto? Incontro a Borgo San Lorenzo con l'autore di "Al di là di ogni ragionevole dubbio"

Mostro di Firenze, un caso aperto? Incontro a Borgo San Lorenzo con l'autore di "Al di là di ogni ragionevole dubbio"

di Emilio Orlando
Per la prima volta, la storia del Mostro di Firenze viene raccontata attraverso i verbali e i rapporti giudiziari e gli atti ufficiali, per una nuova valutazione degli aspetti centrali della vicenda. Una confutazione delle piste seguite in quasi mezzo secolo di indagini che hanno tralasciato e non considerato elementi importanti come la cosidetta ipotesi del Mugello. Proprio quest' ultima località, gli inquirenti sentirono all' epoca diversi testimoni che fornirono spiegazioni diverse.



Di questo e di altri particolari fino ad ora inediti si parlerà sabato 4 maggio alle ore 17 al “Mondadori Book Store” di Borgo San Lorenzo, alle porte di Firenze, dove l'autore Paolo Cochi illustrerà, attraverso documenti d' indagine e risultanze investigative gli ultimi sviluppi di un'inchiesta che non ha fatto mai totalmente luce sugli otto duplici omicidi attribuiti al “Mostro di Firenze”. (Nella foto in basso una scena del crimine dove avvenne uno degli otto duplici omicidi).



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Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, l' inchiesta del regista Paolo Cochi incrina le uniche certezze giudiziarie e riapre il caso. «La vicenda del mostro ha attraversato mezzo secolo di storia giudiziaria ed investigativa del nostro paese- racconta l' autore Paolo Cochi. Il Mugello come scrivo nel libro ed sottolineo nel documentario è un territorio nel quale sono avvenuti due degli otto duplici omicidi ed vi è anche la localita' dove il "mostro" spedì la famigerata lettera con il feticcio, destinata al magistrato Silvia Della Monica. Una zona dove venne ascoltato un nutrito numero di testimoni, che videro l'uomo seguire la coppia di ragazzi uccisi nel 1984. ( In basso uno degli identikit diffusi allora).




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Un identikit dimenticato per tantissimi anni ed un' indagine che doveva essere piu' incisiva e soprattutto piu' considerata dagli investigatori. Letti i documenti di indagine e gli atti processuali, non si puo' non pensare che il mostro abbia avuto un legame diretto con questo territorio come frequentatore abituale o anche occasionale. L'autore dei delitti, aveva di sicuro una "base di appoggio" nelle zone mugellane.  ( In basso l' autore Paolo Cochi).




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Tutti i profiler realizzati dai piu' illustri criminologi, FBI compresa, indicano che le zone mugellane erano i luoghi giusti dove cercare il soggetto».
Una nuova edizione del libro uscirà dopo l' estate, dove Cochi insieme ad altri esperti del caso affronterà molti altri punti dell' giallo italiano conosciuto a livello mondiale, fin' ora sconosciuti. 
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Aprile 2019, 22:35
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