«Five – Cinque omicidi camuffati da suicidi»: cold case italiani da riaprire nel libro inchiesta di Carmelo Lavorino

«Five – Cinque omicidi camuffati da suicidi»: cold case italiani da riaprire nel libro inchiesta di Carmelo Lavorino

di Emilio Orlando
Luoghi dove le morti sono state archiviate come suicidi che si trasformano in scene del crimine. Omicidi scambiati o fatti passare per suicidi. Casi approcciati dagli inquirenti come suicidi e che, invece, viene dimostrato essere stati omicidi. Carmelo Lavorino, autore del libro “Five - cinque omicidi camuffati da suicidi” - edizioni Ponte Sisto nella presentazione del testo che si terrà a Roma giovedì 16 maggio alle ore 17,30 presso la libreria Medichini di piazzale Clodio, dimostrerà attraverso nuovi elementi raccolti che cinque casi di morte per suidicio sono in realtà cinque feroci delitti messi a segno da mani abili e capaci di depistare ed alterare la scena del crimine confondendo anche gli inquirenti più smaliziati. (Nella foto la copertina del libro)




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L' autore è un noto investigatore criminale, criminologo e criminalista che si è interessato professionalmente di oltre 200 omicidi, fra i quali i delitti del Mostro di Firenze e il processo a Pietro Pacciani, il giallo di Via Poma vittima Simonetta Cesaroni, il serial killer Donato Bilancia, il delitto di Cogne, il rapimento e l'assassinio del piccolo Tommaso Onofri, il giallo di Arce, vittima Serena Mollicone, cold cases, rapine e violenze sessuali in tutto il territorio italiano. Ultimamente gli è stata affidata la consulenza di parte nell' feroce omicidio del piccolo Gabriel Feroleto a Piedimonte San, Germano in provincia di Frosinone. ( In foto l' autore).

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Voleva denunciare un giro di droga che stava mietendo vittime

Il numero cinque è l' elemento portante dell' ultima fatica letteraia di Lavorino; cinque inesorabili e precise analisi investigative e criminologiche, dove arriva a cinque obiettivi ben precisi: mettere a nudo  gli errori degli inquirenti; individuare le circostanze favorevoli agli assassini; tracciare il profilo criminale dei veri assassini; definire la reale verità dei fatti;  proporre ulteriori attività investigative e piste da seguire. E sempre per ruotare attorno al numero cinque l' autore dimostra altrettanti aspetti molti forti: che sono omicidi e non suicidi come invece hanno ritenuto gli inquirenti; che giustizia non è stata fatta; che esistono precise piste da battere; che vi sono cinque colpevoli in libertà e non puniti; che vi sono cinque errori investigativi da correggere. I cold case trattati nel libro sono quelli della strana morte del brigatiere dei carabinieri Salvatore Incorvaia.( Nella foto in basso il brigadiere Incorvaia).

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Cade in un pozzo di 5 metri muore operaio vicino Roma

Il 16 giugno 1994 il sottufficiale venne ucciso nella zona di Monza e ritrovato all'interno della sua vettura Audi. Il cranio era stato trapassato da un proiettile dalla tempia destra alla sinistra; fra le mani aveva la sua pistola d'ordinanza, una Beretta parabellum 92SB calibro 9. Le indagini chiusero in maniera frettolosa e superficiale per il suicidio. Lavorino dimostra che si tratta di omicidio. ( La scena del crimine dove venen ritrovato il cadavere di Salvo Incorvaia).

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Rapinatori gemelli omozigoti imprendibili.

Il 14 luglio 1998 l'imprenditore Mario Natali ( nella foto in basso) fu ammazzato con un colpo di proiettile per cinghiale all'interno della sua villa a Valentano (Viterbo), proiettile esploso dal suo fucile calibro 12. La calotta cranica era inesistente, il cervello  sfracellato ed esploso, la casa a soqquadro.  Anche in questo caso le indagini chiusero in modo superficiale per il suicidio, però il giudice per le Indagini preliminari archiviò per omicidio a carico di ignoti.

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Un macabro sequel che ricorda lo stupro del Circeo

Il fisico ascolano Rodolfo Manno scomparve il 14 febbraio 2002 per essere rinvenuto morto nel mare Adriatico, a largo di Ortona (Chieti), una settimana dopo. In una spiaggia di Civitanova Marche vennero ritrovati i suoi effetti personali e una drammatica lettera dove annunciava il suicidio.  Le indagini chiusero per “atto suicidario”. Lavorino invece, basandosi anche sui tabulati telefonici e sull'analisi del dettagli, dimostra che si tratta di omicidio e che l'assassino ha depistato le indagini.( In basso una foto di Rodolfo Manno).

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Volevano allargare il loro potere. E prendersi tutta Roma Sud.

Il cadavere di Claudia  Agostini, professoressa d'inglese, fu scoperto la mattina del 13 ottobre 2003 in via della Lungara a Roma, fra due macchine. La donna indossava una tutta ginnica e calzava scarpe ginniche. Inzialmente gli inquirenti ipotizzarono un incidente stradale, poi un malore o il suicidio.  In seguito venne indagato per omicidio il convivente, ma il caso venne archiviato causa l'inadeguatezza iniziale delle indagini.( Sotto nella foto Claudia Agostini).

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Umberto Cocco( nella foto) la mattina del 6 settembre 2009 viene svegliato dalla madre perché devono andare all'aeroporto. Dopo diversi minuti la madre sente un colpo di pistola. Trascorso qualche minuto entra nella casa del figlio e lo trova in una pozza di sangue con la testa devastata da un proiettile esploso dalla pistola Smith & Wesson, rinvenuta accanto al cadavere.  

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Le indagini imboccarono immediatamente la pista del suicidio, invece Lavorino dimostra, anche grazie all'analisii delle macchie di sangue sulla scena del crimine, che si tratta di omicidio. Nel frattempo la madre della vittima indica una pista ben precisa.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 16:05
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