Desirée, l'ultima telefonata prima di morire è stata per la nonna: «Ho perso l'autobus...»

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di Silvia Natella
Il corpo di Desirée Mariottini è stato rinvenuto in un palazzo occupato al quartiere San Lorenzo di Roma. Il caso ha scosso l'opinione pubblica perché la morte della sedicenne di Cisterna di Latina sarebbe legata prima alle droghe e poi a un possibile stupro di gruppo. E mentre l'autopsia dà i primi risultati, gli inquirenti cercano di ricostruire i suoi ultimi momenti di vita, prima di sparire nel nulla.

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Il 17 ottobre, due giorni prima il ritrovamento, la ragazza aveva telefonato alla nonna. La ragazza avrebbe detto: «Ho perso l'autobus, resto a Roma da un'amica», come ha rivelato l'avvocato della famiglia, Valerio Masci.
Desirée viveva a Cisterna di Latina assieme alla madre, la sorella e sua nonna.
Sul suo corpo sono state individuate tracce di uno o più rapporti sessuali, mentre in questura sono finiti sei stranieri, tutti africani. Sono loro i sospettati per la morte e la violenza sessuale ai danni di Desirèè. Gli indagati sono stati tutti interrogati e da una testimonianza chiave sarebbe emerso che a uccidere la ragazza sia stato uno stupro brutale. 


Il testimone sarebbe un senegalese, secondo il quale accanto al corpo della ragazza ci sarebbero state altre due giovani. Una, ha raccontato, «gridava e diceva che era morta». L'altra non diceva nulla. «Era italiana - ha spiegato -, penso pure fosse romana, parlava romano. Urlava che l'hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. È stata drogata perché aveva sedici anni. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Ottobre 2018, 09:24
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