In queste ore una nota azienda italiana sta organizzando un evento chiamato "For weeks for inclusion" coinvolgendo oltre 400 partner (aziende, terzo settore e università) a riflettere sui temi dell'inclusione. Mi ha fatto molto piacere vedere come, al di là delle solite "categorie" di persone che giustamente - da anni sono al centro di questo dibattito, si sia cercato di "includere" in questo evento anche altri temi come la disabilità, la nascita di un figlio, le politiche familiari all'interno delle aziende. Quello che con fatica cerco di far capire ai miei figli ogni giorno, infatti, è che l'inclusione riguarda tutte le persone, nessuna esclusa. Perché nella diversità scopriamo che ogni persona è unica ed irripetibile. Un'opera d'arte. Un capolavoro inestimabile. Come ha detto Andrea Laudadio, l'organizzatore per TIM di questa kermesse, nel lancio: «L'esclusione fa male. Ciascuno di noi si è sentito almeno una volta nella vita escluso da qualcosa. Lavoriamo affinché a nessuno dei nostri figli possa mai capitare una cosa simile».
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