Milano e la Lombardia sprofondano ancora di più in arancione. Il rischio Covid è diventato “medio alto” causa varianti, che costringono la Regione a istituire, da oggi, altre 45 zone arancione “rinforzato”. Un quadro che rende ancora più vergognose le immagini dello scorso weekend, fra la Darsena diventata sabato sera una discoteca a cielo aperto con migliaia di persone assembrate e le sponde dei Navigli assaltati domenica nonostante le transenne. «Le conseguenze di questi comportamenti scriteriati li vedremo negli ospedali fra circa due, tre settimane, quando le infezioni arriveranno a colpire gli anziani», avverte l’infettivologo Massimo Galli, primario del Sacco e docente di malattie infettive all’Università.
Professore, cosa ci aspetta fra 15, 20 giorni?
«Sono due gli scenari possibili: sapremo se siamo riusciti a contenere i contagi; oppure se dovremo fare i conti con la ripartenza del Covid, che implicherà più ricoveri e morti. Che non vorrei proprio più vedere».
Un ritorno allo scorso marzo?
«Eravamo messi peggio un anno fa, perché eravamo travolti da un virus sconosciuto.
Come sfruttare al meglio le dosi, secono lei?
«Immunizzare dagli over 70 in su, perché portano al collasso gli ospedali e rischiano di riempire i cimiteri, visto che l’85% dei deceduti finora sono in questa fascia d’età. Parallelamente vaccinare per zone, bonificando i territori più colpiti, e per categorie che non possono attendere oltre».
Milano è la seconda provincia per contagi, dopo Brescia. Rischia il rosso?
«Non ho la sfera magica. È certo che qualunque territorio in Italia, oggi, può diventare zona rossa. E a Milano non c’è da scherzare, come invece è accaduto lo scorso fine settimana, dopo che abbiamo visto galoppare i positivi a Brescia».
Andiamo verso l’estate. Il caldo ci aiuterà?
«L’aspetto climatico poco conta: il caldo non riesce a liberarci dal Covid. Ad aiutarci sono i nostri comportamenti corretti. A salvarci, invece, il vaccino».
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Marzo 2021, 09:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA