Darsena choc a Milano, accesso a numero chiuso il giorno dopo la sera di folla e risse

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di Giammarco Oberto

Quel che resta di un rave notturno fuori controllo, con tanto di maxi rissa finale, galleggia nello specchio d’acqua che brilla al sole e sui gradoni della Darsena: un’infinità di bottiglie, buste, avanzi di pasti. Gli addetti dell’Amsa si sono dati da fare di primo mattino per ridare decoro a questo pezzo di città diventato simbolo di una sconfitta collettiva. A cui si è corso ai ripari fuori tempo massimo.

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Ieri il prefetto Renato Saccone e il questore Giuseppe Petronzi hanno disposto ingressi contingentati in Darsena e sui Navigli, secondo il modello Galleria Vittorio Emanuele: pattuglie a sorvegliare gli ingressi, chiusi da transenne e jersey di cemento, e passeggio “a senso unico”, con entrata da piazza XXIV Maggio e uscita da piazzale Cantone. E così la folla che ha tentato di approfittare dell’ultimo giorno “in giallo” per godersi la giornata quasi primaverile in uno dei luoghi tra i più amati dai milanesi, si è trovata di fronte a lunghe attese per poter accedere alle banchine, con i vigili che permettevano l’ingresso solo a cento persone alla volta. Alle 15 la pressione della gente era talmente elevata che l’accesso è stato chiuso per 40 minuti.

E alla fine la gran folla - tutta la città era in giro - ha ripiegato sulle vie intorno alla Darsena.

La sera prima invece è saltato tutto. Un sabato con migliaia di persone in giro per tutta Milano, cominciato con un appello di Sala, caduto nel vuoto: «Siamo in arancione da lunedì ma avendo un week-end di giallo e bel tempo vi chiedo di tenere un comportamento corretto». E invece. Le immagini dell’assembramento e del rave illegale in Darsena hanno fatto il giro d’Italia. Sulle banchine sono arrivate persino casse potenti e consolle da dj, musica ad alto volume, ragazzi con birra in mano, uno sopra l’altro, tantissimi senza mascherina. Senza farsi mancare la rissa finale, con tanto di intervento dei carabinieri con caschi e manganelli. Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini per identificare i partecipanti, che saranno sanzionati.

«In campo erano stati messi 200 agenti, di più non si poteva» ha detto ieri il sindaco. E le conseguenze dell’assembramento «purtroppo ricadranno su tutta la comunità», ha aggiunto. Ma ormai il caso è scoppiato. Il centrodestra chiede le dimissioni dell’assessora alla Sicurezza Anna Scavuzzo. Ma il primo obiettivo è il sindaco. Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia, chiede che riferisca in Consiglio. Il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico, farà denuncia contro Sala «per omissione di atti d’ufficio in piena pandemia».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Marzo 2021, 10:35
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