Strada in salita per il piano vaccinale regionale anti-Covid, con le operazioni a rilento e uno slittamento per gli over 80 a fine marzo. Non sono solo i ritardi delle consegne delle dosi a creare difficoltà. Anche i sanitari e gli operatori “no vax” (per ideologia o per motivi contingenti, come la gravidanza) complicano il proseguimento del piano, tramite cui si arriva all’immunizzazione di gregge.
NO VACCINO Ieri, a fare il punto, in commissione regionale Sanità, è stata la vicepresidente e assessora al Welfare Letizia Moratti: «L’11% dei camici bianchi negli ospedali lombardi ha rifiutato la vaccinazione e si sale al 17% se si parla dei non sanitari, dagli addetti alle mense a quelli alle pulizie che lavorano nei nosocomi». Nelle case di riposo, i luoghi più flagellati dalla pandemia, le percentuali sono ancora più alte: «Il 18% degli operatori non ha voluto l’iniezione, ma gli ospiti sono stati quasi tutti propensi, infatti, già il 91% è stato vaccinato». Fra coloro che non hanno aderito alla campagna vaccinale ci sono anche i “giustificati”, ovvero le donne incinta, le persone che per pregresse patologie non possono, oppure che hanno da poco ricevuto l’antinfluenzale o che sono risultate positive al Covid.
FASE 1 A conti fatti, a oggi, «è stato somministrato il 78% di dosi Pfizer consegnate alla Lombardia: martedì, con altri 10.550 sieri inoculati si è arrivati a 245.100 persone vaccinate e ci sono scorte per fare tuti i richiami a chi ha avuto la prima puntura», almeno fino al 2 febbraio.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:03
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