Giulia Tramontano è morta prima del figlio Thiago, il medico legale: «Non ha neanche provato a difendersi». Impagnatiello piange in aula

L'udienza in Corte d'Assise per l'omicidio della 29enne incinta

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di Redazione web

È morta prima la mamma, poi il feto di sette mesi che portava in grembo. Questa la conclusione illustrata dai medici legali oggi in Corte d'Assise a Milano nell'ambito del processo a Alessandro Impagnatiello, il barista 30enne accusato dell'omicidio di Giulia Tramontano, sua compagna e incinta di suo figlio. In aula sono state mostrate le foto del cadavere della 29enne uccisa nel luglio scorso nella casa di Senago dove viveva con l'imputato, un'udienza a porte chiuse in cui giornalisti e pubblico sono stati invitati a uscire, mentre Impagnatiello è rimasto da solo in aula e piange a testa bassa mentre i medici testimoniano sui terribili dettagli del delitto.

Come è morta Giulia Tramontano

Più coltellate al collo e al dorso, ben 37 colpi, hanno provocato la morte «per emorragia» di Giulia Tramontano, la giovane incinta del piccolo Thiago. Lo spiega con un linguaggio crudo uno dei medici legali che sta testimoniando nel processo ad Alessandro Impagnatiello.

Difficile stabilire l'ora esatta della morte della 29enne visto che chi l'ha uccisa ha dato fuoco al corpo. Tra i dettagli forniti dall'esperto Nicola Galante c'è quello che «la morte del feto è successiva alla morte della madre determinata da un’insufficienza vascolare provocata dall’emorragia», assenza di sangue di cui «il feto ne ha risentito ed è morto».

Nessun tentativo di difesa

«Non c'è alcun tipo di lesioni autoprodotta da Giulia, non c'è nessun tentativo di difesa, l'impressione è che lui l'abbia colpita da dietro, quando le era alle spalle». È uno dei passaggi dell'intervento del medico legale Andrea Gentilomo, uno degli esperti che si è occupato dell'autopsia di Giulia Tramontano. L'esperto non può avallare l'ipotesi di difetti di coagulazione legati alla gravidanza (tesi della difesa) e sottolinea come nessuna coltellata o colpo al pancione è emerso in sede di autopsia. Difficile stabilire l'orario della morte, date le fiamme appiccate sul cadavere. Le 37 coltellate, un «numero sicuramente elevato» sono state inferte con strumenti da cucina: «almeno un paio di coltelli sequestrati in casa sono compatibili con le ferite» spiega Gentilomo. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Aprile 2024, 15:18
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