Kata scomparsa, il mistero delle parole del papà. I legali: «Mai parlato di scambio di persona»

Conclusa la maxi ispezione dei carabinieri di Ros, Gis e Sis nell'hotel Astor

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di Redazione web

Kata, la piccola scomparsa a Firenze, sarebbe stata rapita al posto di un'altra bambina? È questa una delle ipotesi che emergerebbe dalle parole dette dal papà della piccola di 5 anni durante la sua audizione in Procura. Papà di Kata che alla pm che indaga sul caso avrebbe rivelato anche di altri episodi avvenuti all'Astor, l'ex albergo dove alcune famiglie di origine peruviana avevano trovato alloggio abusivamente.

«L'hanno rapita, è stato pianificato tutto. Non ci sono telecamere. Sanno cosa hanno fatto, loro». Lo ha detto il padre di Kata, Miguel Angel, parlando coi giornalisti mentre rientrava all'ex hotel Astor dopo il corteo dei peruviani per la piccola. L'uomo ha escluso la vendetta o una punizione verso lui o la famiglia. «Non ho debiti, non ho problemi con nessuno, io so quello che ho fatto ma l'ho fatto per la famiglia - ha anche detto alludendo ai suoi guai con la giustizia -, questa è una prova di Dio. Sono sicuro che Kata è viva e che ritornerà».

I legali del papà: «Non ha mai parlato di scambio di persona»

I legali dei genitori di Kata, avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, in un comunicato si dicono «costretti, dalle notizie che si stanno diffondendo via web, a precisare che né gli scriventi né il padre Miguel hanno mai riferito o rappresentato che la predetta minore sia stata oggetto di uno scambio di persona. Il contenuto di quanto messo a verbale dal padre di Kata non è infatti stato rivelato ad alcuno e pertanto si chiede di rettificare la notizia sopra detta soprattutto allo scopo di non pregiudicare le indagini in corso».

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La maxi ispezione dei carabinieri nell'hotel Astor

La maxi ispezione dei carabinieri di Ros, Gis e Sis, nell'hotel Astor, reso deserto con lo sgombero degli occupanti abusivi, si è conclusa ieri sera dopo due giorni col risultato chiaro che la bambina Kataleya dentro l'albergo non c'è, neanche morta. Opzione, questa, che il passare dei giorni fa temere sempre di più. Ma se non c'è il corpo, regge in pieno l'ipotesi del sequestro e con essa la speranza che sia tenuta viva da qualche parte.

 

Kata è scomparsa sabato 10 giugno

Kata è scomparsa sabato 10 giugno e l'ipotesi di sequestro di persona che la procura di Firenze aveva fatto all'inizio dell'indagine si mantiene ancora corretta anche alla luce di questo sopralluogo approfondito.

Tuttavia, un nuovo impulso alle indagini potrebbe arrivare dalle nuove dichiarazioni che il padre della bambina, Miguel Angel Romero Chicclo, ha fatto nelle ultime ore al sostituto procuratore Christine von Borries.

L'uomo ieri in mattinata è tornato in procura per incontrare di nuovo il magistrato che lo aveva già sentito come persona informata sui fatti. Perché? Secondo quanto si apprende, Miguel Angel Romero Chicclo avrebbe ricordato dei fatti, degli episodi, avvenuti all'Astor nei lunghi mesi dell'occupazione abusiva. Si tratterebbe di situazioni di due, tre mesi fa. L'uomo, maturando altri ricordi, ha perciò deciso, tramite i suoi legali, di incontrare il pm von Borries per metterli in luce.

«Si tratta di un'iniziativa della difesa su richiesta del nostro assistito - hanno spiegato gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni che assistono i genitori di Kata -. Il padre ci ha chiesto di poter parlare con il magistrato per aggiungere ulteriori elementi rispetto a quanto aveva già detto prima. Così lo abbiamo accompagnato».

Il papà di Kata faccia a faccia con la pm

Il magistrato lo ha ricevuto nel suo ufficio alle 11.20 e ha parlato con il padre di Kata insieme a un investigatore dell'Arma. Miguel Angel Romero Chicclo è stato accompagnato al Palazzo di Giustizia dai suoi avvocati, ma poi è entrato da solo nella stanza del pm e ha sostenuto in autonomia la conversazione che si è tenuta non solo in italiano ma, laddove necessario, si sarebbe anche parlato in spagnolo, senza la necessità di interpreti.

L'uomo avrebbe esposto circostanze che secondo lui sono utili da far conoscere agli inquirenti.

Il colloquio è durato 50 minuti. Poi la procura di Firenze nel pomeriggio di ieri ha chiesto il totale riserbo sull'inchiesta. Al vaglio anche le immagini di una telecamera di un privato che è puntata su un cortile nel retro dell'hotel Astor.

Il sopralluogo

Sempre nel pomeriggio è andato a conclusione il sopralluogo nella struttura dove la bambina, o sue tracce, è stata cercata dai gruppi speciali dei carabinieri per due giorni di fila, esaminando - anche con tecnologie avanzate - ogni angolo di seminterrato e di tetto, lo scannafosso, tutti i vani possibili, camere, stanze di servizio, aree tecniche, elettrodomestici e impianti, eventuali pertugi, pozzi, punti di caduta o nascondigli.

Lunedì mattina sono stati fatti arrivare due camion del servizio autospurghi per liberare le fosse biologiche e scandagliarle con telecamere. Si è trattato dell'ultima fase delle ricerche. La conclusione è stata poi affidata all'intervento di fabbri che hanno chiuso porte, sbarrato finestre, applicato catene, lucchetti e chiavi agli accessi affinché nessuno entri violando il sequestro preventivo disposto dal tribunale.

Un vigilantes privato è stato istruito dai carabinieri per presidiare di notte la struttura. La famiglia di Kata, sempre tramite i suoi legali, ha presentato formale istanza per effettuare un sopralluogo nell'Astor a cui - è stato spiegato - insieme ai genitori della bambina dovrebbe prendere parte, come loro consulente, Luciano Garofano, il generale dei carabinieri in congedo, già comandante del Ris di Parma. La domanda giace in una segreteria della procura.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Giugno 2023, 12:18
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