Non si può escludere un ulteriore slittamento dell’ultimo minuto, ma al momento resta soltanto una settimana di tempo per i lavoratori fragili che vogliono utilizzare lo smart working previsto per legge.
La scadenza è infatti il 30 settembre, come previsto dalla legge di conversione del decreto Lavoro, per tutti coloro che sono affetti da gravi patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità e operano sia nel settore privato che in quello pubblico. Secondo la norma, il diritto al lavoro da remoto per loro non è condizionato alla compatibilità delle loro mansioni, «anche attraverso l’adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento».
FRAGILI E I GENITORI DI UNDER 14
La stessa norma, però, non prende in considerazione i casi in cui non ci sono mansioni che il dipendente può effettuare a distanza.
LE STRADE POSSIBILI
Cosa fare dal primo ottobre. La doppia scadenza si spiega con i costi maggiori a carico del datore di lavoro per quanto riguarda la tutela del lavoro da remoto per i lavoratori super-fragili rispetto alle due categorie che sono tutelate fino al termine dell’anno. Cosa succederà quando, dal primo ottobre, lo smart working arriverà al termine per i soggetti affetti da gravi patologie? Il governo potrebbe studiare una soluzione per evitare il richiamo all’attività in sede è la richiesta di una certificazione medica che li faccia rientrare nelle condizioni di fragile, a maggior rischio di contagio e quindi con scadenza del lavoro da remoto fissato al 31 dicembre (anche se legato alla compatibilità delle mansioni).
Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Settembre 2023, 22:48
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