«Inammissibile». Così è stata giudicata dalla Cassazione l'istanza con i quali i legali di Massimo Bossetti chiedevano chiedevano di poter analizzare i reperti dell'indagine che portò all'arresto, dieci anni fa, del muratore di Mapello e alle successive condanne. L'uomo è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio.
Le precedenti decisioni avevano stabilito che i reperti potessero essere solo visionati ma i legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno confermato l'inammissibilità decisa dalla Suprema Corte, intendevano sottoporli a nuovi accertamenti.
L'udienza
Nell'udienza di ieri, 15 febbraio, la Procura generale si è pronunciata proprio affinché fosse inammissibile il ricorso dei difensori di Massimo Bossetti.
Da sottolineare che finora è stata autorizzata solo la presa solo visione i reperti dell’inchiesta: 54 provette con il Dna di «Ignoto 1» rimasto su slip e leggings della vittima e in seguito attribuito a Bossetti, la felpa, il giubbotto, i leggings, gli slip, la biancheria, le scarpe che la piccola Gambirasio indossava quando scomparve, la sera del 26 novembre del 2010, per essere ritrovata cadavere tre mesi dopo, nel pomeriggio del 26 febbraio 2011, in un campo incolto a Chignolo d’Isola.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Febbraio 2024, 09:46
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