«Se muoio è stata mia moglie». L'accusa in un whatsapp all'amante, poi il decesso. I giudici: «Nessun omicidio, realtà romanzata»

Ettore Treglia è trovato morto il 5 aprile 2021 in un alloggio del quartiere San Donato a Torino. Ad ucciderlo potrebbe essere stato un mix di alcol, farmaci e droghe. Le motivazioni della sentenza

«Se muoio è stata mia moglie». L'accusa in un whatsapp all'amante, poi il decesso. I giudici: «Nessun omicidio, realtà romanzata»

di Redazione web

Ettore Treglia è trovato morto il 5 aprile 2021 in un alloggio del quartiere San Donato a Torino. Ad ucciderlo potrebbe essere stato un mix di alcol, farmaci e droghe. Per i giudici era un uomo «Propenso a inventare, mentire, ingigantire la realtà».  Ettore Treglia si era accasciato sul divano di casa. Con dei messaggi inviati tramite whatsapp all’amante prima del decesso, aveva accusato la moglie, Gaia Principe, poi finita sul banco degli imputati. «Se mi trovano morto, chiama la polizia. È stata lei», aveva scritto. I giudici della Corte d’Assise l’hanno assolta, «per un principio di civiltà, prima ancora che di diritto». 

Le motivazioni della Corte d'Assise

È questa la conclusione a cui è arrivata la Corte d’Assise di Torino, che lo scorso 12 luglio ha assolto la 49enne da tutti gli addebiti "perché il fatto non sussiste". Per lei il pm Paolo Cappelli aveva chiesto l’ergastolo, ipotizzando che avesse strangolato o soffocato il marito dopo una lite, spinta dalla gelosia. Le indagini infatti avevano sottolineato una convivenza difficile, segnata da continue liti e violenze fisiche.

Ma agli atti sono finiti anche i messaggi che Treglia aveva mandato all’amante poche ore prima di morire: «Se mi trovano morto è stata mia moglie» e «ha cercato di strangolarmi» Per la Corte presieduta dalla giudice Alessandra Salvadori tuttavia non si può dire con certezza che Treglia sia stato ucciso. Scrive la Corte nelle motivazioni della sentenza, l’ipotesi di «un decesso determinato da patologie pregresse o intossicazione» da alcol è più credibile dell’ipotesi dell’omicidio. 

I whatsapp mandati all'amante per accusare la moglie

Sembrava un’accusa schiacciante quella fatta da Ettore Treglia il 3 aprile 2021 con un messaggio WhatsApp: «Se non mi senti, sai chi denunciare» aveva scritto Ettore Treglia alla sua amante pugliese. Quando il 50enne torinese è morto davvero, due giorni dopo, la donna ha presentato denuncia e ha puntato il dito contro la moglie di Treglia, la 48enne Gaja Prencipe. «Messaggi infarciti di menzogne» scrivono i giudici nelle 50 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno assolto Prencipe dall’accusa di omicidio. La Corte parla anche di un «contesto di continue mistificazioni, falsità e palesi esagerazioni». Una sentenza che, se il pm Paolo Capelli non farà ricorso, diventerà definitiva.


Ultimo aggiornamento: Domenica 8 Ottobre 2023, 20:52
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