L’eccezionale incremento dei flussi migratori spinge il governo a dichiarare lo stato di emergenza su tutto il territorio. «Lo abbiamo deciso per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi» ha detto la premier Meloni.
In particolare si punta a creare nuovi posti per l’accoglienza e ad accelerare i rimpatri dei non aventi diritto alla permanenza in Italia, potenziando le attività di identificazione ed espulsione. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi. Probabile la nomina di un commissario. Tra i possibili candidati, l’attuale capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale, il prefetto Valerio Valenti.
«Gli sbarchi sono aumentati del 300% - ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci che ha presentato la proposta - sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea». Dall’inizio del 2023 sono 31.200 i migranti sbarcati in Italia, con un +300% rispetto all’anno scorso e gli hotspot attualmente presenti nel Paese sono ormai stracolmi.
Lo stanziamento complessivo previsto per i 6 mesi è di 20 milioni. Non è la prima volta che l’esecutivo imbocca la strada dello stato di emergenza: un provvedimento analogo era stato preso nel 2011, con il governo di Silvio Berlusconi e Roberto Maroni ministro dell’Interno. In quel caso a spingere il cdm a dare il via libera alla misura fu l’ondata di sbarchi provocata dalla primavera araba. Il provvedimento che va deliberato dal Consiglio dei ministri permette al governo di affrontare con mezzi e poteri straordinari eventi considerati eccezionali come calamità o crisi umanitarie. Per esempio è stato spesso dichiarato a seguito di alluvioni o terremoti.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Aprile 2023, 06:00
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