Migranti, ecco la vera emergenza italiana: da noi arrivano solo quelli meno istruiti

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Il problema dell'emergenza migranti in Italia non è l'invasione, vera o presunta. Anche perché i dati Ipsos Mori confermano quello che avviene anche in altri paesi europei: la percentuale di immigrati è sempre percepita come nettamente maggiore rispetto a quella reale (gli italiani credono che siano il 27% della popolazione totale, mentre sono circa l'8%). Dietro l'emergenza e le schermaglie tra i paesi dell'Ue e l'Italia, a cui vengono sempre date lezioni non richieste, c'è un problema di fondo legato indissolubilmente ai sistemi di accoglienza. A spiegarlo è il Corriere della Sera.

Paesi come l'Ungheria o l'Austria, estremamente frenetici negli ultimi mesi sul fronte dell'accoglienza, hanno fatto sapere di non voler accogliere rifugiati di cui non si conosce neanche il paese di provenienza e, ancora meno, il loro effettivo diritto all'asilo. Dietro questa chiusura c'è dell'altro: la selezione dei migranti da accogliere. I paesi europei, infatti, vorrebbero migranti istruiti, competenti e quindi più produttivi.

In Italia, a differenza di quanto urlato spesso dai politici, la cosiddetta 'invasione' si è fermata nel tempo. Negli ultimi 25 anni il numero di migranti arrivati nel nostro paese è cresciuto in maniera considerevole, fino a quadruplicarsi, ma negli ultimi tre anni, per la prima volta, ha smesso di aumentare e dal 2015 si è stabilizzato. Se nel 2004 gli immigrati erano due milioni, nel 2012 sono saliti a quattro e nel 2015 a cinque. Da allora, però, l'aumento è stato di appena 30 mila unità (dati Istat da cui sono stati esclusi coloro a cui è stato negato il diritto all'asilo, circa 50 mila profughi sbarcati nelle nostre coste).

Nel nostro paese la percentuale di migranti è inferiore a quella di 25 dei 34 paesi dell'Ocse, l'organizzazione internazionale che raccoglie le economie più avanzate. Il vero problema, però, riguarda l'istruzione: da noi arrivano quelli che nei loro paesi d'origine hanno titoli di studio inferiori e questo rende difficile aumentare la produttività attraverso l'ingresso dei migranti nel mondo del lavoro. Se in paesi come la Germania e la Francia i migranti meno istruiti sono all'incirca il 30%, in Italia raggiungono il 47% (dati Eurostat).

Rispetto ai dati del 2009, l'istruzione media degli italiani è progredita; altrettanto non può essere detto dei migranti, con i paesi europei che intendono confinare in Italia quelli meno istruiti. I laureati italiani crescono progressivamente, ma il nostro paese non riesce a valorizzarli e molti di loro preferiscono fuggire all'estero. In questo caso, però, i dati sono relativi perché molti si trasferiscono senza però cambiare residenza nel paese di arrivo: ecco perché per l'Istat i giovani italiani all'estero sono circa un quarto di quelli che effettivamente hanno lasciato l'Italia.
Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Luglio 2017, 10:28
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