Melania Rea, la rabbia del fratello: «Parolisi? Di lui non sappiamo più niente. E sua figlia ha cambiato cognome»

Michele Rea, fratello della 29enne uccisa dodici anni fa, parla dell'omicidio di Melania e della figlia, ormai quasi adolescente

Melania Rea, la rabbia del fratello: «Parolisi? Di lui non sappiamo più niente. E sua figlia ha cambiato cognome»

di Redazione Web

Sono passati 12 anni da quando Melania Rea fu trovata morta in un bosco nel teramano a Ripe di Civitella. Madre di una bambina e moglie di un caporal maggiore dell'esercito, Salvatore Parolisi, Melania era originaria di Somma Vesuviana: il suo corpo fu ritrovato martoriato da 35 coltellate. Per l'omicidio proprio Parolisi fu condannato a 20 anni di carcere: secondo la sentenza la ammazzò «in un dolo d’impeto».

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Che fine ha fatto Salvatore Parolisi

Ma che fine ha fatto Salvatore Parolisi? Ne parla oggi il quotidiano Il Messaggero: rinchiuso nel carcere di Bollate, è sempre stato un detenuto modello, e da tempo ha il diritto di chiedere permessi premio per uscire di cella. La famiglia della vittima, però, non sa niente di lui: Michele Rea, fratello di Melania, con amarezza racconta che «quella stessa legge che prevede tanti diritti, a noi non consente di sapere nulla su di lui. Non credo che quando uscirà dal carcere verrà a cercare sua figlia perché se ci avesse tenuto a lei, noi adesso non staremmo neanche parlando e Melania sarebbe ancora viva».

Già, la figlia: oggi è cresciuta, è una ragazzina quasi adolescente, e ha anche cambiato cognome. Due anni fa Michele ha avuto un figlio, e la giovane gli è molto affezionata: «Mia nipote gli fa da sorella maggiore. Posso davvero dire che con lei stiamo tutti facendo un buon lavoro. È bravissima a scuola e ci dà tante soddisfazioni», racconta il fratello di Melania.

Che pensando alla sorella, ricorda anche «le tante, troppo vittime di femminicidio che ancora leggiamo. Non è possibile che dopo questi fatti, però, siano le vittime e le loro famiglie a doversi sempre difendere dagli assassini». 

L'omicidio di Melania Rea

Melania aveva 29 anni quando fu uccisa. Parolisi il 18 aprile ne denunciò la scomparsa dal pianoro di Colle San Marco, dove erano andati per una gita fuori porta insieme alla figlia, che all'epoca aveva un anno e mezzo. L'arma del delitto non fu mai ritrovata: un giallo, così come un giallo è rimasta l'identità di un uomo con accento teramano che due giorni dopo la scomparsa fece una telefonata anonima al 113, da una cabina telefonica, per far ritrovare il cadavere della ragazza.

Dal processo emerse che Parolisi, ex caporal maggiore dell'esercito, e che si è sempre dichiarato innocente - piangendo spesso in aula e sostenendo di amare profondamente la moglie - in realtà aveva una doppia vita: un'amante, una soldatessa, con cui aveva una relazione da tempo. E secondo la sentenza, l'omicidio sarebbe stato un modo per «liberarsi di un ostacolo», cioè la moglie. La stessa moglie che però di quella seconda vita non poteva far parte.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Aprile 2023, 16:47
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