Disabilità, assistenza e dignità attraverso un lavoro. A 56 anni Giovanna Galasso, invalida al 75%, vive in affitto con l’anziana mamma pensionata e un assegno di invalidità civile. Di opportunità lavorative, da quando la malattia è entrata nella sua vita, ne ha avute pochissime, nonostante la legge tuteli le persone nelle sue condizioni. Il video dell'appello al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca sta diventando virale: «Mi convochi per un colloquio, sarebbe un riconoscimento per la mia battaglia di civiltà», dice Giovanna.
La diagnosi
Diversi anni fa Giovanna è passata dall'essere una manager, con i suoi successi maturati in 32 anni di esperienza professionale, al crollo psichico. Eppure la diagnosi – disabilità psichica nella forma di un disturbo schizoaffettivo – non le ha impedito di reagire e di provare a ricostruire la sua vita. Innanzitutto attraverso il lavoro.
La ricerca di un impiego
Ha cercato un'occupazione adeguata alle sue condizioni di salute, un lavoro che per la legge 68 del 1999 le spetta le spetta di diritto. L'articolo 9, infatti, prevede per i disabili psichici l'assunzione negli enti pubblici per chiamata diretta. Dal 2008 al 2013 ha lavorato nella segreteria del sindaco di Afragola, poi terminata la consiliatura non è più riuscita a ricollocarsi.
La richiesta di un incontro con De Luca
Giovanna Galasso ha scritto alla politica, ai sindacati, ai giornali, alle associazioni e finanche alla Presidenza della Repubblica. Ma la delusione maggiore, rivela la donna, è arrivata dalla Regione Campania, a cui la donna rivela di aver scritto ripetutamente e a più soggetti: nessuno, si legge sulla stampa, si è «dimostrato un vero democratico, perché nessuno ha difeso la mia istanza, che è quella di parlare civilmente col presidente Vincenzo De Luca».
«Vi rendete conto che sono otto anni e mezzo che chiedo di essere ricevuta dal presidente De Luca e questo colloquio non mi viene accordato?», aggiunge. «Ho scritto appelli su appelli, email all'universo mondo, e non credo che la mia storia non sia giunta all'orecchio di De Luca», eppure «c'è proprio un rifiuto e una indifferenza (...) Il presidente De Luca mi deve almeno l'onore delle armi, per aver tanto lottato, per aver tanto invocato giustizia, per me, e per tutte le persone che vivono la mia stessa condizione».
Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Gennaio 2024, 19:16
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