Lividi sul corpo. «Se tutto fosse chiaro avremmo già chiuso il caso. Il fatto è che ci sono diverse cose che non tornano». A spiegarlo è il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro riguardo al caso della morte in piscina di Josephine Odijie lo scorso fine settimana a Cavacurta di Castelgerundo (Lodi). «Stiamo anche cercando di capire perché - ha aggiunto - la donna avesse diversi lividi un pò dappertutto, soprattutto sulle ginocchia e sui gomiti.
Stiamo provando a capire se se li sia procurati da sola nel tempo oppure no. Vogliamo anche escludere con certezza che non ci siano correlazioni tra la morte di un uomo proprio davanti a cascina Reghinera martedì mattina scorso e la morte della stessa Josephine».
Diverse donazioni dal convivente 78enne. Agli investigatori risulta che l'imprenditore agricolo lodigiano 78enne, Stefano Acerbi con il quale da otto anni Josephine Odijie, la nigeriana di 35 anni trovata senza vita in una piscina privata domenica scorsa a Cavacurta di Castelgerundo (Lodi), saltuariamente conviveva avesse fatto alla donna donazioni importanti a più riprese. Le pretendeva lei o il convivente amava farle regali ogni tanto? Anche questo cercheranno di capire gli inquirenti. Intanto il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro in serata ha spiegato di avere ordinato anche perizie tossicologiche sul cadavere della donna.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 21:47
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