Fugge dal marito violento, il Comune le toglie la casa popolare: «Faccia pace con l'uomo»

In una comunicazione del Comune alla vittima si legge che l'unico modo per riottenere l'alloggio è far pace con il compagno

Fugge dal marito violento, il Comune le toglie la casa popolare: «Faccia pace con l'uomo»

di Niccolò Dainelli

È fuggita di casa, insieme ai suoi tre figli, per non subire altre aggressioni dal marito violento, ma quanto le è capitato dopo ha davvero dell'incredibile. Una comunicazione del Comune di Cavallino-Treporti, in provincia di Venezia, infatti recita: «Il Comune non può assegnare un altro alloggio a un nucleo familiare che abbandona, senza autorizzazione, qualunque sia la motivazione personale, l'alloggio assegnato». Una notizia che, di fatto, lascia la donna di 38 anni e i suoi bambini senza un tetto sopra la testa.

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Richiesta negata

La vittima ha chiesto un nuovo alloggio Ater, ma per l'amministrazione pubblica il partner «avrebbe diritto a ottenere il subentro nel contratto di locazione», qualora le fosse assegnata una nuova abitazione. Non solo. «Arrivano a dire alla mia cliente che in futuro potrebbe rientrare nell'alloggio solo facendo la pace con l'uomo che ha minacciato di ucciderla», spiega il legale della donna in un'intervista rilasciata al giornalista Andrea Priante per il Corriere.it.

La violenza subita

Una vicenda che è un vero e proprio paradosso. Nel 2013 la donna e il compagno, un 42enne di origini marocchine, iniziano la loro frequentazione. Lei è già madre di un bambino e dalla relazione col nuovo partner nascono altri due figli. La famiglia, con un equilibrio economico precario e già seguita dai servizi sociali, va a vivere in un alloggio Ater assegnato dal Comune. Nel 2021 la coppia entra in crisi e la donna si rifugia spesso a casa dei genitori per sfuggire alle violenze del partner. L'uomo, si legge nella denuncia sporta dalla presunta vittima ai carabinieri, è solito «abusare di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche». In diverse occasioni l'avrebbe minacciata con messaggi inquietanti: «Ti sgozzo», «Ti uccido». E lo scorso 15 dicembre, l'ha aggredita nel parcheggio di un supermercato «picchiandomi con un ombrello, prima sulle braccia - ricorda la donna - e poi sulle gambe.

Mi diceva: 'Non ti muovere che ti spacco le gambe e la macchina'».

La richiesta

Così il 13 gennaio, il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, ha firmato un provvedimento di ammonimento nei confronti del 42enne marocchino. Nel frattempo la donna si è trasferita a casa dei genitori pur continuando a pagare il canone nell'alloggio Ater in cui è rimasto il marito. Da tempo la 38enne ha chiesto al Comune una nuova abitazione, più consona anche alle esigenze dei tre figli, ma l'assegnazione continua a slittare. Il suo legale ha inviato alcune mail di sollecito al sindaco e servizi sociali precisando che «da oltre un anno la casa è abitata esclusivamente dal compagno in quanto lei è stata costretta ad allontarsi a causa dei suoi comportamenti violenti e minacciosi». Ma la risposta del Comune lascia senza parole.

La risposta

Il 17 marzo è arrivata la risposta da parte del dirigente dell'Ufficio Patrimonio che ha annunciato alla donna l'avvio del «procedimento di cadenza» che, in pratica, le toglierà la casa. Nella comunicazione si fa riferimento alla legge regionale che sancisce «la decadenza del diritto all'alloggio pubblico in caso di abitazione non stabile per un periodo superiore a sei mesi». Non solo. Il funzionario precisa anche come «questo ufficio non abbia mai autorizzato la donna a trasferirsi altrove. Non entro nel merito del rapporto conflittuale tra lei e il signor H. - chiarisce il dirigente dell'Ufficio Patrimonio -, ma mi limito a osservare che il Comune non può assegnare un altro alloggio a un nucleo familiare che abbandona, senza autorizzazione, qualunque sia la motivazione personale, l'alloggio assegnato». Ma non finisce qua. Qualora la donna ottenesse una nuova sistemazione, il compagno violento «avrebbe diritto a ottenere il subentro nel contratto di locazione nel medesimo alloggio». E potrebbe rientrare nel vecchio alloggio, solo qualora facesse pace con il compagno.

«Situazione kafkiana»

Così il legale della donna si è detto pronto a intraprendere una battaglia legale. «Una situazione kafkiana - spiega l’avvocato - con la mia cliente che, secondo loro, per non perdere la casa doveva aspettare che il Comune l’autorizzasse a fuggire dal compagno violento. E ora arrivano al punto di dirle che in futuro potrebbe rientrare nell’alloggio solo facendo la pace con l’uomo che ha minacciato di ucciderla. Faremo di tutto per impedire che questa ingiustizia si consumi».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Marzo 2023, 15:39
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