Decreto Coronavirus, cosa chiude e cosa resterà aperto. Sì a edicole e tabacchi, no a bar e parrucchieri
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COSA RESTA APERTO
Secondo quanto ha affermato Conte nel suo videomessaggio trasmesso in serata, resteranno aperte le attività commerciali dei beni di prima necessità, i generi alimentari (quindi anche i supermercati), le farmacie e le parafarmacie. Dovrebbero restare aperte, secondo fonti di Palazzo Chigi citate dall'ANSA e con le necessarie misure di sicurezza, anche le edicole, così come gli stampatori e i tabaccai. Per quanto riguarda i ristoranti e le pizzerie, è consentito il servizio della consegna a domicilio.
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Restano aperte le fabbriche (con misure di sicurezza) e sono garantiti i servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti e i servizi di pubblica utilità, ha detto Conte. Aperte le banche, le poste, le assicurazioni. Garantite le attività del settore agricolo, zootecnico e di trasformazione agroalimentare e anche le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività. Idraulici, meccanici, pompe di benzina resteranno aperti. Anche gli artigiani resteranno aperti. Sono tutti infatti considerati servizi essenziali.
COSA CHIUDE
Chiuderanno invece negozi, bar, pub e ristoranti, ad eccezione di coloro che ricorranno alle consegne a domicilio. Chiusi anche parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa. Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Marzo 2020, 07:35
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