Incidente autostrada A1, il Wwf: «La colpa non è dei cinghiali, responsabilità umana»

Incidente autostrada A1, il Wwf: «La colpa non è dei cinghiali, responsabilità umana»
Dopo l'incidente mortale avvenuto stanotte sull'autostrada A1 che ha provocato almeno un morto, e che è stato causato da alcuni cinghiali che avevano invaso la carreggiata, il Wwf esprime in una nota «il suo cordoglio per la vittima dell'incidente di questa notte lungo l'autostrada A1 ed è vicino ai numerosi feriti coinvolti nel grave incidente. Tuttavia, attribuire al branco di cinghiali la diretta responsabilità dell'incidente è riduttivo e strumentale, dovranno essere infatti accertate le responsabilità del gestore dell'Autostrada A1 che doveva assicurare la sicurezza rispetto all'ingresso nell'asse viario di persone o animali controllando adeguatamente le recinzioni che di norma devono essere presenti lungo tutte le autostrade».  «Come devono essere accertate le dinamiche dello scontro e la velocità delle automobili coinvolte. Questa tragedia non può diventare il pretesto per richiedere interventi 'straordinarì per il controllo delle popolazioni del cinghiale nel nostro Paese, la cui proliferazione è risultato di una pessima gestione faunistico-venatoria condizionata da precisi interessi della lobby dei cacciatori», scrive l'associazione.  «Sono decenni ormai che si discute dell'emergenza cinghiali invocando interventi urgenti e straordinari, in particolare da parte dei rappresentanti delle Associazioni agricole, senza però proposte concrete e operative se non l'ampliamento delle giornate e dei carnieri di caccia, che non risolvono il problema», continua il Wwf.

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«Se esiste un problema di squilibrio delle popolazioni di questa specie - ribadisce il Wwf - la responsabilità è essenzialmente dell'uomo che per privilegiare specifici interessi economici e politici ha assecondato la volontà di una crescita incontrollata del cinghiale, diventata anche il pretesto per consentire la caccia di selezione all'interno delle aree naturali protette».  Per il Wwf, «serve senz'altro un Piano straordinario per la gestione del cinghiale nel nostro paese che preveda però interventi prioritari per mettere in sicurezza le strade a scorrimento veloce con maggior traffico veicolare, attraverso dissuasori e sistemi di allerta già sperimentati, interventi per la prevenzione dei danni alle colture agricole ed un programma di contenimento del numero degli animali basato su censimenti seri ed attendibili e l'utilizzo di recinti di cattura in grado di assicurare un prelievo controllato e selettivo degli animali».  «Serve con urgenza una normativa nazionale sulla gestione della fauna selvatica non basata esclusivamente sull'attività venatoria ma condotta su serie basi scientifiche con l'utilizzo delle tecniche di contenimento numerico più efficaci, contrastando i conflitti d'interesse oggi presenti nella gestione della fauna selvatica. Serve una normativa specifica che favorisca ed incentivi gli interventi di prevenzione dei danni all'agricoltura, la messa in sicurezza del sistema viario, ed agevoli il coinvolgimento degli agricoltori nella gestione delle popolazioni del cinghiale», conclude l'associazione.

Così Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea come la situazione in Italia sia ormai fuori controllo.
Il proliferare dei cinghiali non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini -spiega Cia-. Le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. La questione animali selvatici -ricorda Cia- è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazionale. Dove abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema. Soprattutto -osserva Cia- oggi occorre introdurre il concetto di “corretta gestione” accanto a quello di protezione, parlando di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Gennaio 2019, 18:25
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