Ciro Grillo, al processo domande troppo intime alla ragazza? Il legale si difende: «No, accerto i fatti»

Oggi sarebbero state poste alla ragazza alcune domande particolarmente intime sul presunto stupro di gruppo

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«Nei processi si ricostruiscono i fatti. Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c'è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale». A parlare così è l'avvocata Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia, uno dei quattro imputati, tra cui Ciro Grillo, accusati di stupro di gruppo da una giovane italo norvegese.

«Quella notte c'è stato un momento in cui mi sono sentita una preda». A dirlo, tra le lacrime, durante la sua deposizione in aula, è stata la ragazza italo norvegese che ha denunciato, nel luglio del 2019, Ciro Grillo e tre suoi amici di violenza di gruppo.

Le ragazza in lacrime

Oggi nel corso del suo esame alla ragazza avrebbe posto domande particolarmente intime sui momenti del presunto stupro di gruppo. «La ragazza si sente svuotata e sfinita». Così, fonti della difesa della ragazza italo norvegese che ha denunciato, nel luglio del 2019, Ciro Grillo e tre suoi amici di stupro di gruppo, al termine dell'udienza di oggi. Una udienza fiume in cui la ragazza ha deposto, per la terza volta consecutiva.

Oggi la giovane, che ha 23 anni e vive all'estero, ha risposto per cinque ore alla domande dell'avvocata Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia. L'udienza proseguirà domani per sentire ancora la giovane.

Le parole del legale

Dai movimenti della giovane, alla sua reazione durante i rapporto orali. Alla domanda dei cronisti se in questo modo non c'è il pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l'avvocata ha replicato seccamente: «Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima- dice - Il processo si fa per accertare se c'è una vittima. Dopo di che il processo si fa per accertare i fatti che sono sequenze di condotte che si realizzano in un luogo e in un tempo. Si deve chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento, perché se io salto un assaggio sto pregiudicando che il giudice conosca quel passaggio del fatto. Il mio dovere è difendere quella persona, rappresentando al giudice tutti gli elementi che sono agli atti». E poi aggiunge: «Ho fatto contestazioni sui singoli momenti, perché non avesse urlato, ad esempio, e la ragazza ha dato delle risposte e perché non avesse reagito. E io ho fatto delle contestazioni sulle cose che aveva detto prima, che erano cose diverse».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Dicembre 2023, 20:13
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