Andrea Purgatori, la camera ardente: la salma in Campidoglio tra le rose. Pietro Orlandi: «Era un amico»

La salma del giornalista scomparso pochi giorni fa all'età di 70 anni è arrivata in Campidoglio

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di Redazione web

È il giorno della camera ardente per Andrea Purgatori. La salma del giornalista scomparso pochi giorni fa all'età di 70 anni è arrivata in Campidoglio: ad attenderlo i figli, l'ex moglie Nicole Schimtz e l'attuale compagna Erica Dall'Ara, insieme all'assessore alla Cultura del comune di Roma Michele Gotor.

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La salma tra rose bianche e rose rosse

Davanti un cuore di rose bianche con un angolo rosso, una foto in bianco e nero del giornalista e un cuscino di rose rosse: sono alla base e sopra il feretro di Andrea Purgatori nella camera ardente, aperta dalle 15 alle 19 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.

Nella parte riservata alla famiglia i figli Victoria, Edoardo e Ludovico insieme all'ex moglie del giornalista Nicole Schmitz, la compagna Erica Dall'Ara e l'assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor che ha accolto con i famigliari di Purgatori il feretro. Tra i primi ad arrivare il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli, Pietro Orlandi, il direttore di La7 Andrea Salerno e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè.

 

Pietro Orlandi: «Era un amico»

«Andrea era prima un amico, poi il giornalista che tutti conosciamo», le parole di Pietro Orlandi all'uscita della camera ardente in Campidoglio. «Sul giornalista i fatti parlano chiaro -aggiunge il fratello di Emanuela Orlandi- Come amico mi mancherà sicuramente. Mi appoggiavo molto a lui in ogni situazione, ci sentivamo spesso. Era una persona eccezionale». Sull'indagine riguardante la sorella Emanuela, seguita fin dall'inizio con dedizione e passione da Purgatori, «mi mancherà moltissimo, a questa cosa ci teneva tantissimo», dice commosso.

Mulé: ha guidato i nostri sogni da giornalisti

«È l'omaggio a un amico, e a un collega che ha guidato i nostri sogni da giornalisti». A dirlo è il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulé all'uscita del Campidoglio dove si è recato per rendere omaggio ad Andrea Purgatori. «È stata una guida, per la sua caparbietà -sottolinea Mulè- È stato un esempio per chi vuole fare questo lavoro, non nel cercare tesi precostituite ma nel cercare le verità nascoste». Purgatori «faceva questo, lo faceva con quella tigna che tutti conosciamo ma con classe e con rispetto. E non ha mai usato toni che fossero estranei al vocabolario del rispetto, nonostante avesse posizioni non dure ma talvolta durissime nei confronti di persone o personalità. Questo, in un momento in cui quel vocabolario è un pò dimenticato, è una lezione per tutti i giornalisti», conclude Mulè.

Gotor: ci ha insegnato domande scomode

«Io lo conoscevo personalmente. Questo è un abbraccio che viene fatto all'uomo, di cui ricordo il garbo e l'ironia, e poi è un omaggio al professionista. È stato uno dei più importanti giornalisti e professionisti che hanno fatto inchiesta in questo Paese.

A partire dalla metà degli anni '70 in poi conosciamo tutte le vicende che ha seguito, a partire dal caso Moro, Ustica, la vicenda Orlandi». È il ricordo dell'assessore alla Cultura del comune di Roma Miguel Gotor, in Campidoglio per l'ultimo saluto ad Andrea Purgatori. «In ognuna di queste inchieste credo che lui ci abbia messo un metodo, ed è importante ricordarlo: praticare sempre il dubbio e porsi domande scomode, e riportare queste domande sugli importanti giornali del Paese con i quali ha collaborato, a partire dal Corriere della Sera».

 

Bartoli: era una persona speciale

«Andrea era una persona speciale, un grandissimo professionista, di grandissima umanità. Ha sempre messo la sua fama e la sua immagine a servizio colleghi. Una delle ultime volte in cui ci siamo visti è stata alla Mostra di Venezia a manifestare per Julian Assange, un segno della sua enorme sensibilità di giornalista e di uomo. Lascia un grande vuoto». Lo dice all'ANSA il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, alla camera ardente per Andrea Purgatori, aperta nella sala della Protomoteca in Campidoglio.

Ranucci: vero calpestatore di marciapiedi

«Mi mancherà perché era uno dei pochi con i quali condividevo le chiavi di lettura di alcuni avvenimenti e di alcuni fatti storici, soprattutto per quello che riguardava la mafia, che non va letta come un fenomeno a sé stante ma va sempre letta all'interno della nostra società, delle infiltrazioni, della collusione con l'imprenditoria, con la politica, da parte del deep state. Lui era straordinario perché ha raccontato fatti che erano nel buio». A dirlo è il giornalista e conduttore di 'Report' Sigfrido Ranucci, uscendo dalla camera ardente in Campidoglio dove si è recato per rendere l'ultimo saluto ad Andrea Purgatori.

«Della vicenda Orlandi senza di lui noi non conosceremo tantissime cose. È morto troppo presto», aggiunge Ranucci. Che ricorda il metodo di lavoro di Purgatori: «È stato un grandissimo professionista, ha sempre svolto l'attività di giornalista come l'uomo della strada, era un vero calpestatore di marciapiedi, non si è mai elevato a quella élite giornalistica che guarda dall'alto verso il basso ma è sempre stato un uomo che dal basso riusciva ad avvicinare l'obiettivo -scandisce il giornalista- È stato un grandissimo esempio per tantissimi giornalisti della carta stampata, che poi si è adattato al mondo della televisione, che posso garantire che è molto complicato». Ranucci chiude poi con un sorriso: «Io l'ho detto, prima poi ci ritroveremo e allora saranno cazzi loro se ci riusciamo».

Rutelli: combatteva per la libertà

»Andrea era inesauribile di idee e creatività. A partire dalle battaglie civili che abbiamo fatto insieme da ragazzi fino alle attività più recenti, quelle con la Siae in difesa degli autori e della creatività italiana. Non era quindi solo un amico, una persona che ho avuto la gioia di sposare qui in Campidoglio da sindaco, ma era una persona in battaglia quotidiana per la verità e per la libertà«. È il ricordo del presidente dell'Anica Francesco Rutelli, giunto alla camera ardente in Campidoglio per prendere omaggio ad Andrea Purgatori. »Era capace di interpretare anche lo psichiatra, come nel film recente 'Era orà, dove faceva con aria molto seria il medico -ricorda col sorriso Rutelli- Aveva una versatilità umana, civile, politica ma soprattutto da giornalista di inchiesta che ci mancherà. Avrebbe potuto continuare per tanti anni, è morto troppo presto«.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Luglio 2023, 20:17
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