«Ho lavorato nel ristorante di Giorgio Locatelli: punizioni e insulti continui, ho perso 20 chili in 4 mesi e mi sono licenziato»

Lo chef ha pubblicato il suo nuovo libro intitolato "A Sentimento" in cui racconta anche i suoi difficili mesi in Inghilterra

«Ho lavorato nel ristorante di Giorgio Locatelli: punizioni e insulti continui, ho perso 20 chili in 4 mesi e mi sono licenziato»

di Redazione web

Lo chef italiano Davide Nanni è una star dei social e della televisione e ha da poco pubblicato il suo nuovo libro intitolato "A Sentimento". Il cuoco, che ora lavora in Abruzzo, in una recente intervista ha raccontato la sua storia e la sua esperienza nel ristorante dello chef Giorgio Locatelli a Londra. Davide Nanni, nel suo libro - racconta il Corriere della Sera - ha spiegato: «Accettai l'offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di diploma. Partii con la mia ragazza, presa nello stesso ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il mondo. Sapevo che nelle brigate aleggiava un po’ di nonnismo cameratesco, ma non immaginavo che potesse raggiungere livelli simili». 

Le parole di Davide Nanni

Come scrive oggi il Corsera Davide Nanni, nel suo "A Sentimento" ha raccontato: «Giorgio Locatelli passava ogni tanto, per controllare che fosse tutto ok. Ma la gestione era in mano a quei tre, chef, un sous chef e un capo partita che si rivelarono il mio peggior incubo. Gli ultimi arrivati venivano messi ai lavori più faticosi e umili e non potevano lamentarsi. Ma ero pronto a faticare per imparare e dimostrare il mio valore. Tuttavia, entrai nel mirino del sous chef che, dopo avermi affidato lavori impossibili, mi scherniva davanti a tutti. Poi si girava verso gli altri, aspettando una risata generale, e faceva l’occhiolino alla mia ragazza. Passarono i giorni, provai a velocizzarmi il più possibile, ma anche se finivo il lavoro prima del tempo, lui mi insultava. Arrivai a star al ristorante per più di 16 ore al giorno. Iniziavo alle 5.00. A volte trovavo ancora i lavapiatti che stavano finendo il turno di notte. Durante i pochi minuti di pausa che avevo andavo in bagno, buttavo a terra uno strofinaccio, mettevo il timer e dormivo per quattro minuti. Inizia a sentire lo stress e la fatica e nessuno mi ha mai chiesto cosa avessi. Mi lasciai anche con la ragazza».

Lo stress e la fatica

Infine, Davide Nanni ha raccontato: «Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola, gambo per gambo.

Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un solo strappo, lo videro. Il capo partita mi raggiunse e mi sbattè il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro. Una volta fecero cadere cinque litri di brodo in cella frigorifera. Mi diedero la colpa. Mi obbligarono a pulire senza spegnere la refrigerazione». Poi, alla fine, lo chef arrivò a un punto di non ritorno e decise di licenziarsi: «Non ricordo con esattezza cosa mi urlò il sous chef, ma so che superò il limite. Mi strappai la giacca di dosso, la sbattei a terra e me ne andai. "Perché te ne sei andato senza dirmelo?" mi chiese il giorno dopo il primo chef, io gli risposi "Grazie chef. Va bene così". Tornai in Italia. Ero dimagrito di venti chili in quattro mesi». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Marzo 2024, 18:21
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