Venezuela, non si placa la violenza. Borges: non cederemo parlamento. Morta una ragazza di 15 anni

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Non si ferma la violenza in Venezuela, in occasione delle elezioni per l'Assemblea costituente volute dal presidente Nicolás Maduro. Una ragazzina di 15 anni che era rimasta ferita ieri da uno sparo di arma da fuoco al torace è morta oggi a San Cristobal, capitale dello stato Tachira, nell'ovest del Venezuela. La notizia è stata data dal quotidiano El Nacional, che ha identificato la vittima come Daniela de Jesus Salomon Machado. Secondo il fidanzato, la ragazza non stava partecipando ad alcuna protesta, ma è passata accanto ad un corteo dell'opposizione, proprio mentre un gruppo di chavisti ha iniziato a sparare contro i manifestanti.

Intanto il presidente del Parlamento venezuelano, Julio Borges, ha avvertito che si sta andando verso «uno scenario molto probabile di scontro violento» a Caracas, perché l'opposizione non intende cedere le sede del potere legislativo all'Assemblea Costituente eletta ieri, di cui non riconosce la legittimità.

«Dobbiamo fare valere un fatto fondamentale, che è che questo Parlamento, eletto da oltre 14 milioni di venezuelani, è l'unica autorità eletta e legittima nel paese. Ci tocca difendere la legge e la Costituzione», ha detto Borges in un'intervista radiofonica.
La coalizione di opposizione (Mud) controlla 112 seggi nel Parlamento, contro i 52 del chavismo, dalle elezioni politiche di dicembre del 2015, ma il legislativo non possiede nessun potere reale da quando, nel gennaio del 2016, il Tribunale Supremo di Giustizia (Tsg) lo ha dichiarato fuori legge. Il decreto con il quale Nicolas Maduro ha convocato l'Assemblea Costituente prevede che questo organismo lavori nella sede del Parlamento, e il numero due del chavismo, Diosdado Cabello, ha già annunciato che intende occupare la sede legislativa «per riportare i ritratti di Chavez» che l'opposizione ha tolto un anno e mezzo fa. Borges ha sottolineato che la situazione è particolarmente pericolosa perché i chavisti «festeggiano ma in realtà hanno paura: sanno che hanno perso l'appoggio popolare, il consenso internazionale e la legittimità». «L'unica cosa che è rimasta al governo è la forza bruta, e non vi è nulla di più debole, e dunque di più pericoloso, che un governo al quale è rimasta solo la forza bruta», ha concluso il dirigente oppositore.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 31 Luglio 2017, 18:15
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