Utoya, Breivik sotto accusa: «Dal carcere invia minacce ai sopravvissuti alla strage»

L'autore degli attacchi terroristici del luglio 2011 accusato dal Comitato delle vittime

Utoya, Breivik sotto accusa: «Dal carcere invia minacce ai sopravvissuti alla strage»

Nuove accuse choc per Anders Behring Breivik, l'autore dell'attentato terroristico in Norvegia e della strage di Utoya del 22 luglio 2011. L'uomo, simpatizzante di estrema destra e autore di un attacco esplosivo a Oslo e di una carneficina sull'isola di Utoya, uccise 77 persone e fu condannato ad almeno 20 anni di carcere (nel Paese non è previsto l'ergastolo).

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Come se non bastasse, dal carcere Anders Breivik continua a perseguitare le sue vittime, inviando lettere minatorie ai sopravvissuti alla strage di Utoya. Nelle lettere scritte dal terrorista vengono ribaditi i contenuti del suo 'manifesto' scritto prima degli attacchi di dieci anni fa: odio verso migranti, musulmani e laburisti e rivendicazione del potere bianco. Lo ha reso noto la leader del Comitato di supporto ai sopravvissuti, Lisbeth Royneland, che nella strage ha perso sua figlia, definendo «inaccettabile» che l'assassino possa permettersi di inviare simili missive in stato di detenzione e chiedendo alle autorità di fermargli la mano.

La vicenda ha dato il via a un dibattito politico, nel quale è intervenuto anche il direttore dell'Istituto norvegese per i diritti umani Vidar Stromme, sostenendo che «è importante che si possa godere della libertà di espressione anche in carcere. È un principio fondamentale - sottolinea - ma nelle carceri di massima sicurezza credo debba essere limitato se rappresenta una istigazione alla violenza o un pericolo per la sicurezza o l'incolumità di altri».

La legge prevede già tra l'altro che si possa ottenere un ordine restrittivo riguardo alla corrispondenza se la si usa per offendere o perseguitare altre persone.

Breivik, condannato ad almeno 20 anni di carcere in quanto unico responsabile delle stragi e sostanzialmente sano di mente, ha inviato copie della stessa lettera scritta a mano con lettere maiuscole, tra gli altri, alla stessa leader del comitato e al deputato laburista Torbjorn Vereide. «Vuole farci sapere che è lì e continuare a spaventarci», dice Lisbeth Royneland: «Mi aspetto che le autorità riconsiderino il caso e vedano cosa si può fare per fermarlo. E che entrino in contatto con le persone colpite che sono sulla lista degli indirizzi del terrorista».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 05:31
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