Prove di pace, spunta una bozza di intesa. Zelensky agli Usa: «Da noi ogni giorno è l'11 Settembre»

Prove di pace, spunta una bozza di intesa. Zelensky agli Usa: «Da noi ogni giorno è l'11 Settembre»

di Claudio Fabretti

Piccoli spiragli per una tregua nell’Ucraina martoriata dai bombardamenti. Mentre è atteso per oggi il nuovo round della trattativa tra le due delegazioni, spunta una bozza di un piano di pace in 15 punti. Nel documento - anticipato dal Financial Times - si prevede il ritiro delle truppe russe in cambio della rinuncia da parte dell’Ucraina alla Nato e della promessa di non ospitare basi militari straniere o armi, in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia.


Per Kiev, insomma, si profilerebbe una sorta di neutralità sul modello austriaco o svedese. Uno scenario «seriamente considerato» da Mosca secondo le parole del ministro degli Esteri russo Lavrov. Ma il governo ucraino sottolinea che la bozza «rappresenta soltanto le richieste della Russia», che «l’Ucraina ha le sue posizioni e le uniche cose che conferma in questa fase sono il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe e garanzie di sicurezza da un certo numero di paesi».

Trattativa ancora tutta in salita, dunque. Ma gli sparuti segnali di pace bastano a far volare le Borse europee per un +4% complessivo. Anche il Papa prosegue gli sforzi diplomatici per la pace. «Non si può parlare di guerra giusta», ha sottolineato Francesco nel corso di un colloquio a distanza con il leader della Chiesa ortodossa russa, il patriarca di Mosca Kirill, autore nei giorni scorsi di un raggelante sermone a favore dell’intervento russo.


Il presidente ucraino Zelensky prosegue invece la sua fitta interlocuzione con i leader occidentali.

Ieri è intervenuto in videoconferenza al Congresso degli Stati Uniti, ribadendo le richieste di un maggiore coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto. «Kiev è vittima dei bombardamenti dei russi tutti i giorni, ma noi non molliamo», ha detto sottolineando che il suo Paese «vive l’11 settembre da tre settimane». Poi si è rivolto direttamente al presidente Usa Biden: «Essere il leader del mondo vuol dire essere leader della pace». E nel pomeriggio è arrivata una prima risposta da Washington, con l’annuncio di altri 800 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina, inclusi droni e armi anti-aeree. «Putin è un criminale di guerra, pagherà per le sue atrocità», ha garantito Biden.


Ma mentre la Russia si avvicina sempre più al baratro del default («il processo è già iniziato», secondo l’agenzia Fitch), Vladimir Putin si limita a ribadire che le operazioni militari in Ucraina «proseguono con successo», anche se l’obiettivo «non è l’occupazione». E attacca ancora i leader occidentali: «Vogliono cancellare la Russia».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Marzo 2022, 10:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA