Migranti, Onu accusa Ue: «Patto con la Libia disumano»

Video
La politica Ue di assistere le autorità libiche nell'intercettare i migranti nel Mediterraneo e riportarli nelle «terrificanti» prigioni in Libia «è disumana». Lo denuncia l'Alto commissario dell' Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein in un comunicato diffuso a Ginevra. «La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell'umanità», è l'accusa durissima di al Hussein.


3366563_1215_migra.jpg


Gli osservatori dell'Onu in Libia «sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi più basilari». È la denuncia dell'Alto Commissario dell' Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein che accusa «l'Ue e i suoi stati membri di non aver fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti».

Un gruppo di avvocati europei impegnati nella difesa dei diritti umani ha denunciato il generale Khalifa Haftar al Tribunale dell'Aja per crimini di guerra e contro l'umanità. Lo annuncia un comunicato dell'organizzazione «Guernica 37 Ijc». Lo studio legale precisa di aver depositato un «rapporto d'indagine confidenziale» sull'uomo forte della Cirenaica e protagonista della crisi libica presso l'Ufficio del procuratore della Corte penale internazionale (Icc) con sede in Olanda.

I legali, che sottolineano di agire per conto di vittime del generale, rilanciano «accuse di crimini di guerra e contro l'umanità perpetrate da forze sotto il comando del maresciallo di campo Khalifa Belqasim Haftar», sottolinea la nota. «Guernica 37 International Justice Chambers», che almeno come risulta dal sito ww.g37internacional.com ha sede a Londra ed è associata ad analoghe entità a Madrid e Washington nell'ambito dell'associazione «Grupo Guernica», aggiunge che le accuse «includono, ma non sono limitate a, omicidio, tortura o trattamento disumano» e, fra l'altro, «distruzione di proprietà».

«Haftar sta usando le sue truppe e quelle di altri gruppi armati per consolidare la propria presa sul potere senza riguardo per gli effetti che ciò possa avere sul paese», sostengono gli avvocati sempre secondo il comunicato. Sui crimini di guerra commessi da «individui all'interno della catena di comando» del generale esistono «informazioni credibili, corroborate da prove di prima mano». «Centinaia se non migliaia di civili sono stati uccisi, torturati e sono stati scacciati dalle proprie abitazioni», sostengono ancora gli avvocati citando anche «testimoni» che avrebbero «visto membri della propria famiglia uccisi», che «sono stati imprigionati» e «torturati riportando lesioni che hanno cambiato le loro vite».

Il fatto che i crimini siano stati commessi da forze al comando di Haftar «sembra essere avallato da video» veicolati «su vari media sociali».
Vi sono poi «dichiarazioni pubbliche» del generale e di sue milizie «che confermano il piano operativo di porre aree di Bengasi sotto assedio, di affamare gli abitanti, bombardare in maniera indiscriminata zone civili, arrestare in maniera arbitraria, torturare e giustiziare non-combattenti», si sostiene ancora nella nota. L'implicito riferimento è operazioni che Haftar ha presentato come una lotta contro jihadisti, il cui orientamento estremista e a volte terrorista è stato confermato anche da media autorevoli. Guernica 37, oltre ad annunciare che continuerà ad indagare su Haftar, sostiene che il generale si è rifiutato di collaborare con l'Icc dell'Aja nell'indagine in corso su Mahmoud Mustafa Busayf Al-Werfalli. Come hanno segnalato media libici la settimana scorsa, si tratta della morte di 36 persone i cui corpi sono stati rivenuti di recente a Bengasi.

Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Novembre 2017, 16:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA