«Poche donne lavorano? Colpa della mentalità italiana: l'uomo lavora e la moglie resta a casa»

Il ministro del Lavoro della Regione di Bruxelles, Bernard Clerfayt, scatena le polemiche sui social

«Poche donne lavorano? Colpa della mentalità italiana: l'uomo lavora e la moglie resta a casa»

di Domenico Zurlo

Ai luoghi comuni sul nostro Paese ci siamo ormai abituati da decenni, ma pensare di averci a che fare ancora, anche nel 2023, dà sempre un certo stupore. La polemica del giorno arriva oggi dal Belgio, dove il ministro del Lavoro della Regione di Bruxelles, Bernard Clerfayt, nel parlare di un tema centrale in Europa, quello dell'occupazione femminile, ha tirato in ballo il "modello italiano".

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Il «modello di famiglia mediterranea»

Clerfayt milita nel Fronte democratico francofono (partito di ispirazione liberale) ed è dal 2001 il sindaco di Schaerbeek, un comune di Bruxelles ad altissima concentrazione di migranti, soprattutto turchi e marocchini. Se il tasso d'occupazione femminile a Bruxelles rispetto al resto del Belgio è troppo basso, ha detto Clerfayt in un'intervista alla tv Ln24, è per il «modello di famiglia mediterranea» che ha radici proprio nella capitale. «Molte donne sono ancora in un modello mediterraneo, che siano italiane, marocchine o turche di origine... È un modello di famiglia in cui l'uomo lavora e la donna resta a casa per occuparsi dei figli».

Bufera sui social, l'ira di Verdi e Socialisti

Le parole del ministro in una manciata d'ore hanno fatto il giro del web e dei siti dei media locali, attirando l'attenzione anche del governo federale belga, scatenando l'ira innanzitutto dei Verdi e dei Socialisti e una pioggia di critiche sui social. «Davvero, da dove cominciare? Qual è il modello mediterraneo? E soprattutto, chiudere gli occhi di fronte a ragioni strutturali oggettive è sconcertante», ha protestato via twitter Zakia Khattabi, ministro federale per il Clima di origine marocchine.

In un comunicato, la federazione del Partito Socialista di Bruxelles ha ricordato che «nella capitale più di una famiglia su tre è composta da un solo genitore, l'86% dei quali sono donne, che i salari dei lavori poco qualificati sono indecenti e non coprono tutti i costi della cura dei bambini. E che, inoltre, il tasso di copertura degli asili nido nella regione di Bruxelles è solo del 30%».

«Caro Bernard Clerfayt, anche in questo caso ci sono oggettivamente e strutturalmente più ostacoli all'occupazione delle donne, soprattutto di origine straniera. È su questo che dobbiamo lavorare, invece di ripetere gli stereotipi», ha incalzato il segretario di Stato della Regione di Bruxelles - e membro dei Verdi - Barbara Trachte. 

Eppure, su Twitter, Clerfayt non ha ritrattato, anzi.

Rispondendo ad uno dei tanti utenti che lo hanno messo nel mirino, il titolare del dicastero regionale del Lavoro ha rilanciato: «Ho sempre combattuto le disuguaglianze dando un nome alle cose. Descrivere un fatto non significa stigmatizzarlo e io lavoro ogni giorno per promuovere l'occupazione di tutte le donne a Bruxelles». 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Aprile 2023, 18:12
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