Nicolas Sarkozy condannato a tre anni: è la prima volta per un ex presidente. Dovrà scontarne uno con il braccialetto elettronico

Nicolas Sarkozy condannato a tre anni: è la prima volta per un ex presidente. Dovrà scontarne uno con il braccialetto elettronico

di Redazione Web

L'ex Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy è stato condannato in appello oggi a Parigi a tre anni di reclusione, uno dei quali da scontare in detenzione, per corruzione e traffico di influenze nella vicenda delle intercettazioni. Si tratta di una sanzione senza precedenti per un ex presidente. Il suo avvocato storico Thierry Herzog e l'ex alto magistrato Gilbert Azibert hanno ricevuto le stesse condanne.

Sarkozy ha espresso il desiderio di ricorrere in Cassazione dopo la pronuncia della sentenza a suo carico nella vicenda delle intercettazioni in cui è stato condannato in appello a tre anni, di cui uno da scontare, non in carcere, spiega la stampa francese, ma con il braccialetto elettronico. Il ricorso sospende comunque l'attuazione della pena.

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Sarkozy con il braccieletto elettronico

Ad annunciare la decisione di Sarkozy è stata la legale dell'ex presidente francese, Jacqueline Laffont: «Presenteremo ricorso in Cassazione contro questa decisione, un ricorso sospensivo di tutti i provvedimenti che sono stati pronunciati oggi», ha ricordato. «Questa decisione mi sembra sbalorditiva, criticabile, discutibile. Non rinunceremo a questa lotta di fronte a una decisione iniqua e ingiusta».

Come precisato dalla legale il ricorso in Cassazione implica la sospensione della pena: dei tre anni inflitti all'ex presidente, uno era da scontare effettivamente, con braccialetto elettronico.

Se si viene giudicati per fatti precedenti il 2018, e nel caso di una pena inferiore o uguale a due anni di prigione effettivamente da scontare (prison ferme) - spiegano su Bfmtv - la pena può essere fatta scontare con il braccialetto elettronico.

Sarkozy, di cosa è accusato

I fatti imputati a Sarkozy risalgono al 2013, e la condanna era ad un anno. Nel 2013, i giudici istruttori incaricati all'epoca dell'inchiesta sui sospetti di corruzione libica scoprono l'esistenza di una linea telefonica non ufficiale intestata al nome di fantasia Paul Bismuth - preso a prestito ad una conoscenza dei tempi del liceo del legale e amico di Sarkozy, Herzog - usata per gli scambi tra l'ex presidente e il suo avvocato. Le loro conversazioni telefoniche sono al centro del caso.

Per l'accusa, queste intercettazioni rivelano un patto di corruzione stretto con Gilbert Azibert, allora consigliere generale presso la Corte di Cassazione, la massima istanza dell'ordinamento giudiziario francese. Quest'ultimo è accusato di aver lavorato dietro le quinte per influenzare un ricorso presentato da Nicolas Sarkozy nell'affare Bettencourt, in cambio di una spinta per ottenere un incarico onorario a Monaco. Fin dall'inizio, i legali degli imputati hanno sostenuto che queste intercettazioni sono illegali, perché ritengono che ledano la segretezza degli scambi tra un avvocato e il suo assistito. Critiche respinte dai giudici. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Maggio 2023, 15:57
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