«Non vogliamo più il tuo seme per nostro figlio»: coppia di donne rifiuta l'aiuto di un donatore perché ebreo

Il ripensamento della coppia dopo gli eventi del 7 ottobre che hanno scosso il Medio Oriente

«Non vogliamo più il tuo seme per nostro figlio»: coppia di donne rifiuta l'aiuto di un donatore perché ebreo

di Redazione web

Dopo 101 giorni di guerra, gli effetti collaterali del conflitto tra Hamas e Israele iniziano a vedersi. La guerra a Gaza colpisce anche in Australia, coinvolgendo un parrucchiere di Perth che ha deciso di raccontare la sua storia. L'uomo ha riportato sui social che la coppia di donne lesbiche a cui aveva donato il seme non lo voleva più. Il motivo? È ebreo e la coppia si è posta più di qualche domanda di natura etica a causa del conflitto fra Israele e Hamas.

«Ebrei? No grazie»

Jay Lazarus si definisce un «ebreo gay orgoglioso, nato in Sudafrica e cresciuto in Australia». Si è sposato da poco col suo compagno maa da anni voleva fare da donatore di sperma per aiutare delle coppie a ottenere un figlio. Da quando si è iscritto a un gruppo Facebook che mette in contattori donatori e riceventi, fra le coppie che ha conosciuto ce ne era una del Queens che lo ha incuriosito.

Come riportato dalla stampa estera, l'uomo ha parlato molto con le due donne, via zoom e per telefono; ha seguito la prassi richiesta dalla legge australiana (test genetici e medici, sedute di psicoterapia con il suo compagno); infine in settembre è diventato il loro donatore: il suo seme è stato congelato.

Cosa è successo

Il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele, il giorno Lazarus ha condiviso sui social alcuni post di sostegno a Israele.

Nello stesso mese si è sposato. In dicembre, ha ricevuto un lungo messaggio in cui la coppia del Queensland gli comunicava che non avrebbe usato il suo seme. Avevano sempre saputo che era ebreo, ma ora, benché gratissime, erano «profondamente colpite» dal «conflitto fra Israele e Gaza». E ancora: «siamo tormentate dall’intensità delle nostre emozioni e dai problemi etici».

Lazarus ci ha pensato qualche giorno, poi ha condiviso la storia sui social media, scrivendo che «il pregiudizio è sempre presente anche nei circoli progressisti che parlano di ‘amore e gentilezza'».

Per lui, il rifiuto è un atto di antisemitismo, una cosa «che non appartiene solo al passato ma è un pregiudizio vivo e vegeto ancor oggi. Non avrei mai creduto di vedere il giorno in cui avrei dovuto postare una storia così, perché sono ebreo».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Gennaio 2024, 16:19
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