Svizzera, guida italiana muore insieme a 3 alpinisti dopo una notte al gelo in alta montagna, cinque gravissimi

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MILANO  - Ingannati da una fitta nebbia e intrappolati da un vento gelido che ha fatto precipitare la temperatura fino a 20 gradi sotto lo zero: così tra ieri e oggi sono morti nove alpinisti in quattro distinti incidenti sulle Alpi tra Italia, Francia e Svizzera.

L'episodio più drammatico sulle Alpi Svizzere dove la morte bianca ha ucciso per ipotermia nella notte quattro scialpinisti mentre erano accucciati nella neve cercando di resistere alla bufera e al gelo che li aveva sorpresi a breve distanza dall'arrivo nell'ultima tappa dell'alta via Chamonix-Zermatt, il rifugio Des Vignettes (nella foto in basso).

Tra questi c'era Mario Castiglioni, 59 anni, la guida alpina italiana che conduceva il gruppo di escursionisti intrappolati dal gelo sulle Alpi Svizzere. La conferma è giunta in serata a Como, dove vivono i suoi tre figli. Castiglioni, nato a Como, da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un'agenzia che organizzava escursioni in montagna.


Dello stesso gruppo di 14 altri cinque lottano per la vita dopo aver trascorso la notte al gelo nella regione di Arolla, nel canton Vallese. Delle due comitive bloccate in alta quota facevano parte anche escursionisti italiani con l'ambasciata in Svizzera che è mobilitata per fornire assistenza. 
 
Le altre cinque vittime si registrano nella valle di Chamonix in Francia (due scialpinisti francesi), sulle Alpi Bernesi (due scalatori svizzeri) e sul Monte Rosa (un'escursionista russa con le ciaspole il cui corpo deve ancora essere recuperato).


 


 LA TRAGEDIA  SULLA CHAMONIX-ZERMATT
I soccorritori hanno trovato stamane il gruppo, formato da 14 alpinisti di nazionalità italiana, francese e tedesca. Tre delle quattro vittime sono decedute dopo l'arrivo in ospedale, cinque sono tra la vita e la morte. Gli altri soffrono di leggera ipotermia ma non sono in pericolo. Lo riportano i media locali. L'operazione di salvataggio è partita dopo un allarme lanciato verso le 6.30. Sette gli elicotteri impiegati. Il gruppo di 14 alpinisti si trovava sull'Haute Route Chamonix-Zermatt, ma è stato sorpreso da una bufera che ha impedito loro di raggiungere il rifugio a 3.157 metri di altezza la Pigne d’Arolla e il Monte Collon, riferisce Rsi. Uno di loro è stato trovato già morto. Verso le 12.30 tutti gli alpinisti sono arrivati negli ospedali del Canton Vallese, Berna e Losanna.

La polizia ha istituito una linea di assistenza per stabilire contatti con le famiglie. Inoltre l'ambasciata d'Italia a Berna, in stretto raccordo con la Farnesina, si mantiene in contatto con le autorità elvetiche per verificare le condizioni dei connazionali parte del gruppo di alpinisti ritrovati stamani sulle Alpi svizzere dopo aver trascorso la notte al gelo.
Lo hanno riferito all'Adnkronos fonti della Farnesina. Gli alpinisti stavano affrontando la quinta e ultima tappa (la più corta) dell'Haute Route Chamonix-Zermatt ed erano divisi in due formazioni: una contava dieci persone, tra cui una guida, e la seconda quattro. Erano tutti bene attrezzati, ma non per passare la notte all'aperto con il termometro che è sceso ampiamente sotto le zero. Forse uno di loro si era ferito, attardando la marcia nelle ore in cui le condizioni meteo erano peggiorate pesantemente. Non è impossibile superare una notte in quota se si è in gruppo e vestiti adeguatamente. La Haute Route Chamonix-Zermat è considerata la regina delle traversate delle Alpi e attira ogni anno decine di migliaia di escursionisti.

Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Maggio 2018, 11:35
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