Briatore contro le misure del governo: «Solo chiacchiere. La soluzione? Finanziamenti a fondo perduto»

Briatore contro le misure del governo: «Solo chiacchiere. La soluzione? Finanziamenti a fondo perduto»
«Soltanto chiacchiere. Con le chiacchiere qualsiasi misura va bene. Le aziende non hanno ricevuto niente, le partite iva, in parte, hanno ricevuto quei famosi 600 euro che, quando arriveranno sui conti correnti, le banche li avranno già trattenuti perché le persone si sono già esposte economicamente. Le aziende italiane non hanno più soldi in cassa e faranno fatica a riprendersi e a tornare a lavorare a pieno regime come prima». Lo dice l'imprenditore Flavio Briatore in un'intervista ad America Oggi riferendosi alle misure adottate dal Governo Conte a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese.

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«Quando finirà la cassa integrazione - dice - sarà un disastro perché le aziende non saranno più in grado di fatturare come prima, in quanto il coronavirus ha cambiato radicalmente la nostra vita e la natura del sistema economico. La politica, purtroppo, è solo teoria e spesso è difficile coniugare la teoria con pratica, però, quando ci sono cose che interessano ai politici, ad esempio le nomine nelle grandi aziende pubbliche, la politica funziona e lavora alacremente. Visto il contesto drammatico che stiamo vivendo, potevano anche aspettare a fare le nomine in quanto gli amministratori c'erano già. Siccome volevano spartirsi il potere, allora si sono messi d'accordo subito, senza perdere tempo. Peccato che per fronteggiare la crisi economica, in seguito all'emergenza coronavirus, non sono stati così solerti, così veloci».

FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO «Le soluzioni? Finanziamenti a fondo perduto perché già prima del coronavirus la situazione economica del nostro Paese non era brillante». Continua Briatore intervistato da America Oggi. «Dopo questi tre o quattro mesi di lockdown non si possono dare finanziamenti che, nella maggior parte dei casi, sarà difficile restituire in quanto il livello della pressione fiscale sulle imprese in Italia ammonta al 65 % per cento. Gli interventi devono avvenire soltanto attraverso contributi a fondo perduto perché le aziende sono state costrette a fermarsi e, per tale ragione, non sono responsabili della crisi e lo Stato deve assolutamente trovare i soldi per aiutarle. In questi mesi gli affitti e le tasse non devono essere pagate e i contributi non devono essere versati. C'è bisogno di un' iniezione di denaro a fondo perduto».

«Successivamente, superata questa situazione di emergenza socio-economica, potrebbero tornare utili finanziamenti a tasso agevolato: soldi che servirebbero per costituire la base necessaria per far ripartire le imprese. Le imprese, per pagare gli stipendi prima della cassa integrazione, hanno utilizzato i propri fondi ed ora sono in grande difficoltà. Molti miei amici industriali mi dicono che prima della crisi avevano diecimila dipendenti e che, dopo il superamento di questa situazione, sarà difficile tenerne duemila. Tutti i settori sono in crisi, ma quello che ha accusato il colpo più forte è il turismo.
Molti ristoranti che hanno chiuso e, con l'applicazione delle nuove norme di sicurezza, non potranno più riaprire. Per quanto riguarda le discoteche noi abbiamo lanciato una proposta per riaprirle». «Se non possiamo aprire le discoteche in sicurezza, i ragazzi troveranno alternative per divertirsi e si ritroveranno a casa di amici, in luoghi privati non controllati e dunque esposti all'infezione. Difficile ipotizzare che i giovani andranno a letto alle 9 di sera. Le discoteche sono sicure perché la nostra proposta prevede la possibilità di effettuare i dovuti controlli e rispettare i protocolli sanitari come, ad esempio, misurare la temperatura all'ingresso».

Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Aprile 2020, 09:13
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