Il buon rapporto qualità prezzo

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di Alberto Mattiacci

Buon rapporto qualità prezzo: un giudizio che chissà quante volte abbiamo sentito dire - o abbiamo espresso noi stessi. Il bello è che, a rigore, non significa nulla: qualità e prezzo non sono due elementi che possiamo misurare con la stessa unità di misura e, di conseguenza, non possiamo metterli a rapporto fra di loro. Gli inglesi lo chiamano good value for money. Questa espressione, più corretta, consente di coglierne meglio il senso: ricevi dal prodotto un beneficio accettabile, più che commisurato al (poco) denaro che hai speso.
Oggi, nei mercati di consumo, le offerte di questo tipo sono sempre più numerose e lo saranno - facile prevederlo - sempre più. La ragione è semplice: la classe media occidentale è in difficoltà crescenti.

In Italia le tre crisi economiche recenti hanno fatto progressivamente diminuire il Pil, senza mai recuperare appieno quanto perduto. Le famiglie difendono il loro livello dei consumi anche riducendo il valore della spesa: questo fa crescere le vendite delle marche low cost. Un esempio è la sostituzione di marche pregiate (es. De Cecco) con quelle commerciali (es. Conad). Good value. Poi c'è la tecnologia, che oggi consente alle imprese di realizzare prodotti di qualità sempre migliore a costi inferiori. Così, delle marche i cui prodotti erano un tempo basici, possono presentarsi sui mercati con offerte di basso prezzo ma accettabile qualità. Es. Dacia, o Skoda. Good value. Il vecchio detto «chi più spende meno spende» - è sempre meno vero.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Ottobre 2020, 15:47
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