Bimbi e web
senza regole

Bimbi e web senza regole

di Maddalena Messeri

Quanto sono buffi i video dei bimbi sui social? Tutti ne rimaniamo rapiti e infatti sono i contenuti con il più alto tasso di interazione online. E quanto sono bravi gli adolescenti su TikTok? Sembrano nati col cellulare in mano. Ma non è tutto oro quello che luccica: in questa rubrica ci siamo spesso occupati del tema "minori e social", e questo lunedì ci torniamo perché si intravedono delle novità all’orizzonte. In Usa, dove i social sono nati e proliferati, il Congresso sta conducendo una sorta di processo alle piattaforme, indagando proprio sui danni che i social causerebbero ai minori, ora a rischio depressione, disturbi alimentari, cyberbullismo, suicidio e comportamenti ad alto rischio. Secondo il senatore L. Garahm: «I social stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire». Da una parte bisogna difendere i più piccoli dallo “sharenting” ovvero dalla condivisone fatta dai genitori di foto e video, con una sovraesposizione precoce e continua che ha trasformato alcuni bimbi in vere star social; dall’altra occorre proteggere i minori che hanno il cellulare dai pericoli più comuni del web. Intanto in Francia è stata proposta una legge per vietare l’accesso alle piattaforme ai minori di 15 anni. Ma è sempre più complicato mettere regole ad un sistema anarchico e volatile in cui nessuno vuole rinunciare neanche ad un pezzetto del proprio volume di affari.

riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Febbraio 2024, 06:00